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“Squadristi in Rettorato”. Oggi le parole dell’arcivescovo di Catania
Pubblicato il 21 Aprile 2024
LUIGI RENNA: CARI GIOVANI RIPRENDIAMO A DIALOGARE? (DA “LA SICILIA” DI DOMENICA 21 APRILE 2024)
Ho coltivato la speranza del dialogo fino alla fine, nel pomeriggio di venerdì scorso, nell’aula magna del rettorato dell’Università di Catania. Quando sono entrato nella sala la tensione “si tagliava a fette”; durante il mio saluto qualche contestazione sul concetto di gender; poi, con gli altri saluti e l’intervento del prof. Chiara e del prof. Caserta, le urla e l’invito ai relatori e chi era interessato alla conferenza a lasciare la sala, un luogo dell’Università, nel quale le diversità culturali possono e devono dialogare. Ognuno è tornato a casa con le proprie convinzioni: i docenti con le loro autorevoli studi, che avrebbero avuto modo di condividere, e su cui si sarebbero potuti confrontare con chi aveva da esporre e la sua esperienza in merito alla transessualità o ha già intrapreso la strada della carriera alias.
Si può dare voce a chi ha degli argomenti scientifici e filosofici che dicono altro rispetto ad una cultura che nega che ci sia una questione gender e ripete uno slogan che ribadisce la propria libertà (sul mio corpo decido io)? Si potrà, nella cultura contemporanea, ascoltare chi nega che l’aborto non è solo questione di una donna che decide ma di un embrione (ed ognuno di noi lo è stato in una fase aurorale nella fase della sua vita), che non può decidere ed ha bisogno della solidarietà della società civile? E’ stata una sconfitta per tutti! Per Scienza e vita che ha organizzato il convegno e l’ha voluto non in un luogo confessionale (come poteva essere una sala della Curia o di una parrocchia) , ma in un ambiente laico, perchè i relatori di venerdì pomeriggio erano laici, professionisti, docenti di una Università laica. Certo, hanno una visione diversa da altri: ma la democrazia non è il sogno di chi dialoga, o è l’imposizione di un pensiero unico che non si confronta mai con nessuno?
Quelle urla sono state una sconfitta per i giovani, con i quali ho cercato di dialogare e sono sempre disposto a farlo, ma mettendo da parte degli slogan, che non hanno la forza dell’argomentazione, della narrazione esistenziale, delle ragioni che necessitano di pacatezza per essere illustrate. Su questi temi così delicati, come quelli dell’orientamento sessuale, della transessualità, della carriera alias, non ci potrà essere un dialogo che tenga presente pro o contro? Ci potrà essere un convegno nel quale dal dibattito si possa uscire tutti arricchiti? Io spero di sì.
Ma non nei luoghi chiusi e nei recinti dove tutti ci danno ragione, quelli della nostra vita quotidiana, per me vescovo la curia e le parrocchie, per un giovane dei centri sociali il suo circuito di vita, ma nei luoghi in cui la tradizione culturale grande del nostro Paese e dell’Europa, fa sì che teorie scientifiche si possano confrontare, si possano confutare, si possano arricchite con l’apporto di tutti.
Per chi ha fiducia nell’umanità, nella sua dignità, nella forza della democrazia,, ed io ne ho come tanti altri, queste opportunità occorre crearle e fare di tutto, dove ci sono, per conservarle. Perchè altrove non ci sono più e in altri tempi non ci sono state e solo questo deve farci paura.
Luigi Renna, Arcivescovo di Catania.
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