Staminali. Migliorano i tre piccoli che hanno ripreso le cure del pediatra Andolina con le cellule della Onlus Stamina Foundation

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di Fabio Cantarella

Nelle scorse settimane i tribunali di tre diverse città, Venezia, Catania e Matera, hanno ordinato la ripresa della terapia per tre piccoli pazienti dopo lo stop, deciso dall’Agenzia italiana del farmaco(AIFA) in maggio, alle cure eseguite agli Spedali Civili di Brescia con le cellule staminali preparate dalla Onlus Stamina Foundation.

Per avere notizie sullo stato di salute dei tre piccoli, abbiamo contattato il dottor Marino Andolina (nella foto), pediatra divenuto notissimo, non solo in Italia, per le battaglie che conduce nell’intento di poter curare con la tecnica delle staminali mesenchimali pazienti affetti soprattutto da malattie neurologiche (come il morbo di Parkinson, la paresi sovranucleare progressiva, l’atrofia multi sistemica, ictus, la retinopatia diabetica, la maculopatia, paraplegie e tetraplegie), autoimmuni (come la psoriasi e la sclerosi multipla) e genetiche (come la Niemann Pick e la distrofia muscolare) ed ottenendo importanti risultati su più di due terzi dei pazienti.

Il dottor Andolina, peraltro è un pioniere dei trapianti di midollo, molto stimato per aver salvato da un triste destino centinaia di bambini leucemici. Nel 1986 fu il primo al mondo ad iniettare con successo staminali da membrana amniotica in alcuni pazienti con malattie genetiche, in particolare nella malattia di Niemann Pick. Pochi anni dopo, Andolina iniziò ad iniettare cellule per via intratecale, ossia nel liquor contenuto nella spina dorsale, per combattere alcune malattie neurologiche. Inizialmente i risultati furono significativi, ma non stabili. Almeno sino a quando Andolina non entrò in contatto con la Fondazione Stamina ONLUS presieduta dal prof. Davide Vannoni e assistette alla guarigione di un piccolo paziente dato per spacciato.

Dottor Andolina, grazie all’intervento dei tribunali quanti bambini può curare al momento? Per adesso, i casi risolti dai giudici sono tre (Venezia, Catania, Matera). In particolare il giudice di Matera ha stigmatizzato il comportamento dell’AIFA che, bloccando immediatamente l’attività di Brescia senza tentare di correggere (magari sanzionare) eventuali errori di procedura, ha violato il suo mandato che dovrebbe mettere in prima linea la salute dei cittadini.

Tanti lettori ci chiedono come stanno i piccoli. Celeste sta continuando a fare progressi anche al di là delle mie aspettative. Non c’è un bambino al mondo con SMA1 che continui a presentare nuovi movimenti ogni giorno. Il suo risultato sta interessando le più importanti autorità americane in materia, alla faccia dei cosiddetti esperti italiani che negano un risultato a priori senza aver visto la paziente.

E gli altri due bimbi? Bisogna ricordare che si tratta di pazienti fragilissimi che un soffio d’aria può portare via. I risultati sono tuttavia stati innegabili: un coma che dopo un anno riprende a respirare senza macchine non è un effetto “placebo” come afferma invece il prode prof. Vescovi, evidentemente terrorizzato che noi ci mettiamo a curare pazienti con una metodica ben meno cruenta della sua. Tra l’altro, se posso entrare in argomento, Vescovi fa iniettare cellule fetali direttamente nel midollo spinale, ma la SLA è una malattia che coinvolge sia il cervello che il midollo spinale: quindi l’AIFA ha dato l’autorizzazione ad un trattamento che “sbaglia mira” letteralmente. Qualche vantaggio i suoi pazienti magari ce l’avranno, in termini di respirazione, ma ad un prezzo che mi pare inaccettabile.

Infine, per quanto concerne il bimbo di Matera occorre evidenziare che il piccolo ha sofferto delle conseguenze di due anni di blocco delle cure, imposto da un giudice. La sua malattia è progredita seriamente e noi oggi possiamo soltanto cercare di limitare i danni, per alcuni aspetti, temo, irreversibili. Comunque il bambino sta meglio, deglutisce meglio e ha un rapporto affettivo con la madre che prima non aveva.

Ricordiamo ai nostri lettori che la piccola Celeste ha due anni ed è affetta da atrofia muscolare spinale. Forse è l’unica bambina al mondo che lotta con tale patologia che è stata in grado di sopravvivere oltre i diciotto mesi. Adesso grazie alla terapia del dottor Andolina ha mosso le gambe per la felicità anche della sua fisioterapista. Entrambe le bambine, quindi, Celeste a Venezia e Smeralda a Catania (in coma dalla nascita per i danni celebrali causati da un’asfissia al momento della nascita), progrediscono grazie alla cosidetta terapia avanzata scoperta da Marino Andolina che utilizza cellule staminali adulte per curare malattie neurovegetative gravissime. Per le due bimbe la speranza di una cura alternativa è diventata realtà dopo i provvedimenti emessi dai giudici del lavoro delle loro città, Venezia e Catania. Due giudici che hanno avuto il coraggio di autorizzare le cure del dottor Marino Andolina nonostante il parere negativo dell’AIFA e del Ministero della Salute. CHIUNQUE AVESSE BISOGNO DI CONTATTARE IL PROF. MARINO ANDOLINA PER SOTTOPORGLI UN CASO CLINICO PUO’ SCRIVERCI ALL’INDIRIZZO IENESICULE@GMAIL.COM

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Redazione Iene Siciliane

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