Stampa e animalisti, scrive “uccidete i randagi. Sono un pericolo!”, denunciato dall’Enpa. E sul sito la difesa: “soltanto espressione di opinioni”

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a cura di Iena di stradaLe Guardie Zoofile Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) denunciano il direttore del giornale online “Messina Oggi” per “istigazione a delinquere”. La replica: “Ma esprimere il proprio pensiero, anche se in modo provocatorio, non è reato”.

Ecco le comunicazioni alla stampa:”di stucco! Ecco la reazione -è scritto in una nota dell’Enpa- avuta dall’intero organico di Enpa Catania nel ritrovarsi di fronte ad un articolo on line sul quotidiano Messinaoggi.it a firma del direttore della testata giornalistica Davide Gambale, titolato “Uccidete i randagi. Sono un pericolo!”. L’unico “pericolo” da noi scorto è la stessa figura di questo personaggio che ha usato un mezzo pubblico per sfogare la propria frustrazione nel non essere stato capace di fronteggiare una situazione. Ma il peggio non è la presunta aggressione del branco di cani, in quanto se si fosse verificata non sarebbe stata della musica a evitarla, ma, l’arroganza nell’avere a fini personali, usato i media per lavare l’onta di essere volato sopra il cofano di un auto sicuro che anche questo come la musica, avrebbe dissuaso gli “infernali” cani dal divorarne le carni.A tutto questo sfruttamento sia dei media che dell’immagine offesa di cani e incredibilmente dei volontari animalisti, in altro articolo ad uso e consumo personale, apostrofati come “belve”, fa da contorno principale, l’avere divulgato, in scritti che di giornalistico avevano poco, un reato che la Legge punisce pesantemente. L’Uccisione di animale è un reato punito dall’art. 544 bis del codice penale così come divulgare questa alternativa soprattutto grazie al mezzo di grande diffusione che è la stampa è il reato di “Istigazione a delinquere” art.414 anch’esso del codice penale.Inutile dire che gli internauti si sono scatenati i commenti di sdegno nei confronti di una persona capace di arrivare a tanto ma, tra questi ve ne sono stati chi, riteneva più che giusto procedere all’uccisione dei randagi al fine di garantire la serenità “umana”. Le pezze messe sopra dal Gambale nel sostenere che era tutto frutto di una provocazione al fine di svegliare l’Amministrazione comunale Messinese (pur continuando a manifestare odio per cani e animalisti), in quanto chi ha il potere della stampa, non abbisogna di commettere e fare commettere reati, può grazie a questo strumento smuovere e sbloccare le situazioni, sono state vane. Per tali motivi si chiede con missiva separata, all’Ordine dei giornalisti nella persona del Presidente, di valutare l’eventualità di radiare questo personaggio che ha offeso non solo cani e animalisti compiendo un reato, ma lo ha altresì fatto offendendo una nobile professione già fin troppo sotto i riflettori. Contestualmente si da notizia che le Guardie Zoofile del Nucleo Provinciale di Catania hanno depositato una notizia di reato a carico del giornalista, alla Procura della Repubblica di Catania”.Su “Messinaoggi” è possibile leggere stamane: “aveva proposto la soppressione dei cani randagi pericolosi per garantire l’incolumità pubblica, dopo che a Messina era riuscito a sfuggire per un soffio all’aggressione di un branco. Non è riuscito a sfuggire a quella degli animalisti: insulti, minacce e denunce. E’ costato caro a Davide Gambale, direttore e cronista del quotidiano online Messinaoggi, esprimere la propria opinione sul problema dei cani randagi che come egli stesso ricorda, “nel 2012 ha già fatto registrare tre casi di aggressione col morto”: alcuni animalisti lo avrebbero addirittura querelato per il reato di “istigazione a delinquere”, altri lo hanno coperto di insulti, qualcuno gli ha detto: “Gambale, se t’incontro ti sparo alle gambe”. Ma esprimere le proprie opinioni, anche se in modo provocatoio, non è un reato, piaccia o non piaccia alla censura animalista, mentre minacciare sì. Da ciò la decisione di Federfauna di offrire al giornalista l’assistenza dei propri uffici legali…“.

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Redazione Iene Siciliane

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