“Munnizza” e “Fetori” fanno di Catania una delle città più “cattive” d’Italia. Appello al sindacosenatore: cambia calcolatrice!
“U pisci fete da testa”: saggezza di popolo. Altro che analisi politiche o intellettualoidi! Come a Catania, una città che in tante vie letteralmente “fete” (“puzza” per gli amici continentali). Spazzatura, ricettacoli di ogni tipo, discariche abusive, montagne di “munnizza” (“immondizia”), di sopra, di sotto, a destra, a sinistra, al centro. Insomma, un “arco costituzionale” del rifiuto. E il sindacosenatore Raffaele Stancanelli ne combina una delle “sue”.
Del resto, qualche cronista “malefico” -come noi- non lanciò un giorno il grido: “Nessuno tocchi Giufà!”?
Ecco, allora, che Catania è una tra le sei città “più cattive” d’Italia in tema di costi per i rifiuti. E adesso arriva l’ennesimo aumento di 27 euro: per cosa? Un servizio che “fete”!
Incremento della raccolta differenziata? No. Apertura di nuove isole ecologiche, giammai! Non parliamo poi di informazione o simili. Stancanelli che fa? Aumenta la Tarsu, la famigerata Tassa Smaltimento Rifiuti Solidi Urbani. Obiettivo “strategico”: coprire i maggiori costi di un servizio che fa….acqua.
Ventisette euro di aumento si aggiungeranno alla già salata tassa sui rifiuti urbani che colloca Catania al 6° posto tra tutte le città italiane per costi del servizio di igiene urbana, con una Tarsu il cui importo medio è di 365 euro. Risultato nella “hit-parade” della “munnizza”? Sesto posto nella lista dei cattivi (chi paga di più) e agli ultimi posti in quella dei buoni (comportamenti più virtuosi): al 96° posto, su 130 città, per produzione pro capite di rifiuti, al 99° per percentuali di raccolta differenziata. E’ questa è la “malattia” di cui soffre Catania. Che non sta sul palco a recitare il “Malato Immaginario”, altro che: è proprio messa male. Necessita di cure da “cavallo”, altro che cause civili per la banca “Riscossa” di Regalbuto, come faceva un tempo il sindacosenatore.
La “genialità” si chiama sistema di “prossimità”, invece del “porta a porta” . Ma questo sistema molto difficilmente potrà garantire il raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata prescritta per legge. Risultato? Rischio pagamento sanzioni previste. Molto salate. Dalla “padella alla brace”. La “genialata” è servita.
Vuoi vedere che a Palazzo degli Elefanti troveranno la “quadratura del cerchio”: come? Magari con un altro aumento? E vai! E il “porta a porta” come sistema alternativo? Non pervenuto! Frattanto, il costo dell’appalto dei rifiuti è di trentatrè milioni di euro… Vai Raffaele, il “contabile” di Palazzo degli Elefanti: ma i conti sono matematica, quindi, non sono opinabili. strong>Cerca, allora, caro sindaco, di trovare una… calcolatrice migliore.
Di Jena Maculata
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