Stato e libertà di cure: caso Stamina e gli scienziati-detrattori che si oppongono alla verifica scientifica

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Comunicato dal “Movimento Vite Sospese”:“l’infernale macchina del fango scatenata all’indomani dell’udienza del Tar Lazio che ha ritenuto parziale il parere espresso dal Comitato scientifico per la sperimentazione del metodo Stamina, in quanto i membri non erano super partes, non si ferma. Fango che, oltre a travolgere Presidente e Vicepresidente della Stamina Foundation, rispettivamente il prof. Davide Vannoni e il dott. Marino Andolina, non ha risparmiato stimatissimi scienziati del calibro del prof. Camillo Ricordi, del dott. Marcello Villanova, della dott.ssa Imma Florio e, da ultimo, del Presidente del nuovo Comitato scientifico, il prof. Mauro Ferrari; tutti rei di volere una seria verifica scientifica che ponga una volta per tutte fine a dubbi e a polemiche.Se infatti è vero che non possa dirsi che la terapia Stamina sia efficace da un punto di vista scientifico, nonostante le evidenze cliniche certificate da diversi medici che hanno i pazienti in cura e dallo stesso ospedale di Brescia, è altrettanto vero che non possa dirsi nemmeno il contrario, e cioè che la cura non funzioni, posto che non c’è ancora stata alcuna sperimentazione volta ad attestarne proprio la validità o l’invalidità.Allora l’auspicio di tutti dovrebbe essere che la sperimentazione prenda avvio al più presto, auspicio che dovrebbe appartenere soprattutto ai detrattori. Se davvero si è convinti dell’inefficacia di questa terapia, allora si dovrebbe essere ben contenti di poterlo provare in modo inconfutabile senza lasciare spazio ad ulteriori margini di dubbio, certo se si è davvero sicuri delle proprie affermazioni. E invece sono proprio i detrattori ad opporsi alla sperimentazione, ad aver fatto terra bruciata attorno alla stimatissima figura del prof. Camillo Ricordi colpevole di essersi reso disponibile per l’effettuazione della caratterizzazione delle cellule Stamina nel laboratorio dell’Università di Miami dove lavora (test prontamente bloccato dall’AIfa appena 5 giorni prima dalla partenza), sono gli stessi detrattori che buttano fango su dottori come Marcello Villanova e Imma Florio per avere certificato i miglioramenti dei piccoli in cura e sono gli stessi detrattori che adesso urlano allo scandalo, dopo che il prof. Mauro Ferrari ha affermato che la sperimentazione dovrà essere trasparente come una casa di vetro, che si augura che questa possa essere una buona occasione per l’Italia per diventare leader mondiale nel campo della medicina rigenerativa e che devono essere sentiti anzitutto i pazienti. Il fatto che gli scienziati del fronte no-Stamina siano inorriditi a tali affermazioni dovrebbe fare riflettere non poco. Dicono che occorre rigore scientifico, ma il metodo scientifico richiede proprio l’osservazione del fenomeno; mentre negare le evidenze, attaccare e ostracizzare chiunque voglia vederci chiaro sul metodo Stamina, utilizzando gli strumenti della scienza, di scientifico ha ben poco. Maldicenze, ostracismi, manipolazioni mediatiche sono gli elementi che hanno caratterizzato il penoso spettacolo che si sta svolgendo attorno al caso Stamina, specie dopo la pronuncia del Tar Lazio.Quanto alle manipolazioni da parte dei mass-media, si è già assistiti a processi mediatici ancor prima, non solo di un giudicato di condanna, ma persino di un formale rinvio a giudizio del prof. Vannoni e del dott. Andolina, un abuso inqualificabile che il Movimento Vite Sospese assieme a tanti malati ha voluto stigmatizzare attraverso segnalazioni alla Commissione di Vigilanza della Rai.Se sul fronte scientifico vengono attaccati coloro che, lungi dal dare giudizi aprioristici sul metodo Stamina, chiedono un’accurata verifica scientifica e di ascoltare i malati, ovvero gli attori principali di questa intricata vicenda, sul fronte giornalistico si attaccano programmi come Le Iene che non hanno mai detto né che Stamina funzioni né tanto meno che abbia fondamento scientifico, ma si sono limitati a dare voce a chi vive certi drammi sulla propria pelle e a raccontare senza esprimere alcun giudizio, ma con documenti alla mano. Nell’ultima puntata in particolare sono stati mostrati i documenti che provano come Ministero alla salute, Aifa e Regione Lombardia fossero ben a conoscenza delle terapie che si svolgevano a Brescia e addirittura ne sollecitavano la continuazione anche mandando pazienti. In effetti va ricordato che l’ispezione dei Nas e dell’Aifa è avvenuta, non perché i pazienti abbiano mai avuto effetti collaterali, ma solo su impulso della Procura di Torino.Quindi quelli che adesso sono gli accusatori più accaniti di Stamina sono le stesse istituzioni che hanno consentito il suo ingresso presso un ospedale pubblico. Allora anche loro dovrebbero essere sentiti dalla procura, oltre che i 34 pazienti che asseriscono di avere riportato solo benefici dalla terapia Stamina. D’altra parte l’art. 358 c.p.p. impone al P.M. di acquisire anche il materiale probatorio favorevole all’indagato.Certo, l’atteggiamento delle Iene poteva essere ben diverso, basti pensare ai retroscena della puntata di Presa diretta raccontati dal giornalista Marco Piazza, ex dipendente Telethon, che afferma come la puntata sul caso Stamina sia nata da una sorta di scommessa fatta con un suo collega che gli aveva detto testuali parole: “fra i bimbi malati e gli scienziati non c’è partita, vinceranno sempre i primi.” E al perché tagliasse le interviste ai malati, la riposta è stata” in questo caso la parte debole non sono i malati ma la scienza.”Non c’è dubbio che questa sarà la prospettiva della Commissione d’inchiesta approvata al Senato, su volontà della neo senatrice Cattaneo, per occuparsi dell’Affaire Stamina. Chi la presiede ha già detto che la legge che ha autorizzato la sperimentazione è stata un errore e che Stamina non è una cura compassionevole. Non è dunque difficile immaginare gli obiettivi di questa commissione. Le cure compassionevoli sembrano avere i giorni contati e ciò a discapito della libertà di scelta terapeutica sancita dagli artt. 2 e 32 della nostra Costituzione.Insomma le nostre istituzioni continuano a dare credito a chi boccia il metodo Stamina a priori senza nemmeno conoscerlo e nonostante i loro pareri siano stati giudicati “parziali” da un organo autorevole come il Tar Lazio.Intanto non c’è ancora un decreto di nomina del nuovo Comitato scientifico e chi sa se ci sarà mai.Ormai in Italia per il sol fatto di essere a favore della verifica scientifica si è trattati come eretici. Viene quasi da pensare che se qualora la sperimentazione dovesse iniziare e concludersi, allora potrebbe portare a dei risultati che certamente sarebbero sconvolgenti per chi ancora in Italia si ostina a sostenere che le staminali mesenchimali non si possono trasformare in neuroni, nonostante tali affermazioni siano sconfessate da migliaia di pubblicazioni scientifiche. Pare che ormai la scienza in Italia debba fondarsi su dogmi, verità che non devono essere indagate ma alle quali bisogna credere per atto di fede. Bè, i malati e non solo loro, non ci pensano proprio a credere alla Cattaneo, a Bianco, De Luca, Pani, Garattini, ecc. per atto di fede, così come non credono a nessuna delle forze politiche che hanno sposato la loro crociata contro la libertà di cura.I partiti schierati al fianco delle lobby del farmaco sono ormai usciti allo scoperto. L’indifferenza che hanno dimostrato nei confronti dei malati, dei fratelli Biviano in presidio permanente a piazza Montecitorio da oltre 6 mesi, è inqualificabile. Evidentemente dimenticano che questo è ancora un Paese democratico. E’ bene che sappiano che possono ormai considerarsi dei politici “terminali”, perché i malati e chi ha veramente a cuore i loro problemi non si dimenticheranno certamente di loro alle prossime elezioni, che sembrano sempre più prossime.”

 

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Redazione Iene Siciliane

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