Ormai Carlo De Benedetti non è contento di restare con le mani in mano, dopo anni di dissensi sulla linea del suo vecchio giornale La Repubblica gestito nella proprietà dai due figli che hanno ormai passato la proprietà agli Agnelli. Ha rotto gli indugi e ha deciso di fondare un nuovo giornale che si
chiamerà Domani. Ma il nuovo direttore non sarà nessuno dei nomi blasonati Ezio Mauro, Carlo Verdelli e Gad Lerner.
La direzione di Domani, il nuovo quotidiano quasi pronto ad uscire sarà quasi sicuramente affidato a Stefano Feltri. Un giornale che nasce con l’idea di concorrere con il vecchio quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e, quindi, occorre un giovane rampante e preparato e Feltri sembra l’uomo giusto anche per l’esperienza che ha maturato come vicedirettore del Fatto Quotidiano. Requisiti che Feltri possiede, oltre che dotato di ottime conoscenze in materia di economia. Non è parente del più noto Vittorio e, quindi, andrà a dirigere un quotidiano di otto pagine.
Ci saranno le vecchie firme di Repubblica che contestano la svolta liberal di centro-destra del giornale nella nuova era Agnelli-Elkan, ormai affidato proprio all’ex direttore della Stampa Maurizio Molinari che è il più adatto per poter gestire la nuova linea editoriale imposta dalla nuova proprietà. Oltre che alla Repubblica, il nuovo giornale di De Benedetti tende a concorrere con Foglio, diretto da Claudio Cerasa.
Così comincia la nuova scommessa e avventura editoriale dell’ingegnere, che comunque attraverso il gruppo di famiglia continua ad avere azioni nella Gedi, la società che pubblica La Repubblica. Il disegno del nuovo giornale si propone di influenzare gli orientamenti e condizionare le posizioni degli esponenti politici più che dei lettori che probabilmente non saranno tantissimi.
In tal senso il duo Scalfari – De Benedetti ha coltivato da sempre la strategia di porsi come un organo che esercitasse il ruolo di consigliori dei politici e con questo giornale Domani si ripropone una idea vecchia e banale.
Rosario Sorace.
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