Storie di “nuova stampa” italiana


Pubblicato il 07 Maggio 2020

Ormai Carlo De Benedetti non è contento di restare con le mani in mano, dopo anni di dissensi sulla linea del suo vecchio giornale La Repubblica gestito nella proprietà dai due figli che hanno ormai passato la proprietà agli Agnelli. Ha rotto gli indugi e ha  deciso di fondare un nuovo giornale che si 
chiamerà Domani. Ma il nuovo direttore non sarà nessuno dei nomi blasonati Ezio Mauro, Carlo Verdelli e Gad Lerner.
La direzione di Domani, il nuovo quotidiano quasi pronto ad uscire sarà quasi sicuramente affidato a Stefano Feltri. Un giornale che nasce con l’idea di concorrere  con il vecchio quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e, quindi, occorre un giovane rampante e preparato e Feltri sembra l’uomo giusto anche per l’esperienza che ha maturato come  vicedirettore del Fatto Quotidiano. Requisiti che Feltri possiede, oltre che dotato di ottime  conoscenze in  materia di economia. Non è parente del più noto Vittorio e, quindi,  andrà a dirigere un quotidiano di otto pagine.
Ci saranno le vecchie firme di Repubblica che contestano la svolta liberal di centro-destra del giornale nella  nuova era Agnelli-Elkan, ormai affidato proprio all’ex direttore della Stampa  Maurizio Molinari che è il più adatto per poter gestire  la nuova linea editoriale imposta dalla nuova proprietà. Oltre che alla Repubblica, il nuovo giornale di  De  Benedetti tende a concorrere  con  Foglio, diretto da Claudio Cerasa.
Così comincia  la nuova scommessa e  avventura editoriale dell’ingegnere, che comunque attraverso il gruppo di famiglia continua ad avere azioni nella Gedi, la società che pubblica La Repubblica. Il disegno del nuovo giornale si propone  di influenzare gli orientamenti e condizionare  le posizioni degli esponenti politici più che dei lettori che probabilmente non saranno tantissimi.
In tal senso il duo Scalfari – De Benedetti ha coltivato da sempre la strategia di porsi come un organo che esercitasse il ruolo di consigliori dei politici e con questo giornale Domani si ripropone una idea vecchia e banale.
Rosario Sorace.
 
 
 
 
 
 
 
 

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