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Storie di quello che fu il Sindacato: Enza Meli da Bronte, una e trina
Pubblicato il 07 Febbraio 2019
Dici Enza Meli e, nel frattempo, dici una e trina: consigliere comunale a Bronte, ma, nel frattempo, segretaria provinciale della Uil e, nel frattempo, segretario cittadino del piddì; da quest’ultimo – pare – sia dimissionaria. Se confermato, comunque, c’ha pensato tardi, Enza Meli, a dimettersi da segretario cittadino del piddì.
Del resto, di anni ne sono passati quasi due da quando è diventata segretario provinciale della Uil; correva l’anno 2017, era il mese di luglio: «la prima donna a ricoprire un tale ruolo», mica caz… Succeduta alla guida del sindacato a Fortunato Parisi, noto prezzemolino socialista da Caltagirone, nel frattempo, divenuto assessore al comune di Catania al posto di un altro sindacalista, Angelo Villari, altrimenti detto “l’incompiuta”, nel frattempo, candidatosi alle regionali anch’egli al posto di un’altra sindacalista, Concetta Raia, che, nel frattempo va ricordato, è la moglie di un altro sindacalista, Giacomo Rota.
Non per confondere capre e cavoli e pistacchi di Bronte, appunto, ma questo è il sindacato che, nel frattempo, è diventato partito personale, quando non, nel frattempo, un fatto familiare. È insomma, il sindacato che dalla politica vuole tutto e non butta via niente. E, manco a dirlo, che stanno tutti nel piddì.
Nel frattempo, a legger le cronache, è tutto un io, io, io quello della Meli, Enza. Doveva esser candidato sindaco, poi lo strappo con Calanna, l’attuale sindaco, del quale, nel frattempo, avrebbe dovuto essere vice sindaco. Ecco quella che a suo tempo fu la dichiarazione della Meli su “Livesicilia”: «ho ricevuto pressing da parte del mio partito provinciale che mi dovevo dimettere immediatamente da consigliere comunale se volevo fare il vicesindaco». Però, nel frattempo, aveva anche detto: «Io non amo le poltrone». Se lo dice lei… che è una e trina.
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