(ANSA) – ROMA, 21 MAG – “Dobbiamo essere coerenti e non ipocriti ricordando Falcone. Quella di Giovanni Falcone fu una storia di solitudine, di sconfitte, di tradimenti subiti dentro e fuori la magistratura. Dovette difendersi dal Csm. Venne isolato, calunniato, accusato di costruire teoremi, mentre svelava i rapporti tra cosa nostra ed il potere.
Gli venne contestato protagonismo, presenza sui media, di collaborare col governo, non fu eletto al csm. Subì le stesse critiche che oggi si contestano ai magistrati più esposti” ha ricordato il consigliere del Csm Sebastiano Ardita nel suo intervento al plenum in ricordo della strage di Capaci.”Dovremmo fare in modo che, se rinascesse, Falcone non si ritrovasse in quelle stesse condizioni. Ma ho motivo di temere che oggi, con la gerarchia del nuovo ordinamento, Falcone non potrebbe neppure essere quello che è stato.
Questo dobbiamo dire e fare, se vogliamo rimanere distanti dall’ipocrisia di certe commemorazioni ufficiali, alle quali oramai alcuni di noi preferiscono non andare più”, ha concluso il togato di Autonomia e Indipendenza.
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