Termini Imerese. Ultimo giorno di lavoro per i 1.600 dipendenti dello stabilimento Fiat. Il Codacons all’attacco


Pubblicato il 24 Novembre 2011

“Nel giorno in cui chiude Termini Imerese nessuno si preoccupa di fare i conti dei danni provocati dalla Fiat allo Stato Italiano”. Lo afferma il Codacons che aggiunge: “Il Gruppo Fiat, com’è noto, ha applicato una politica che ha portato negli anni al disfacimento degli stabilimenti simbolo del marchio Alfa Romeo, quello di Arese in primis, mentre altri stabilimenti – come quello di Pomigliano d’Arco – saranno destinati unicamente alla produzione di vetture Fiat. L’industria dell’Alfa Romeo, dunque, non esiste più, e della casa automobilistica rimane oggi solo il brand”.

L’associazione dei consumatori parla poi di danno economico per il nostro paese e per l’industria automobilistica nazionale, oltre che per lo Stato Italiano che ne è azionista attraverso il Ministero dell’Economia: “è più che evidente – denuncia il Codacons – la Fiat, che nel 1986 ha acquistato da Finmeccanica l’Alfa Romeo, non ha saputo mantenere le promesse e sviluppare il marchio, che al contrario è stato depotenziato fino a giungere alla drastica situazione attuale. Il danno derivante dalla perdita di un marchio di enorme valore come l’Alfa Romeo – prosegue il Codacons – si ripercuote anche sui cittadini italiani, perché viene depauperato il patrimonio del Ministero dell’economia”.

Per tale motivo l’associazione ha inviato oggi una formale diffida al Ministero dell’Economia e al Gruppo Fiat, nella quale si evidenzia l’inadempimento contrattuale da parte dell’azienda torinese, e si chiede la restituzione del marchio Alfa Romeo a Finmeccanica, al fine di garantire il rilancio della stessa Alfa. L’associazione presenterà anche un esposto alla Corte dei Conti, finalizzato all’individuazione dei danni subiti dallo Stato e quindi dalla collettività.

Facciamo un passo indietro di alcune ore. Dopo 41 anni di attività produttiva, oggi, alle ore 05:30, alla Fiat di Termini Imerese ha avuto inizio l’ultima giornata lavorativa che si concluderà alle ore 22:00. Tempi duri per i dipendenti, li aspetta la cassa integrazione, intanto sino al 31 dicembre prossimo. Sono in 1.600, hanno lottato in tutti i modi, adesso è il giorno della chiusura.

Le forma di protesta non sono comunque finite, i sindacati hanno organizzato un picchettaggio della fabbrica Fiat per impedire l’uscita delle auto già assemblate, si tratta di meno di 1.000 Lancia Y, almeno fino a quando non sarà firmato il nuovo accordo. A fare la proposta all’assemblea degli operai davanti lo stabilimento è il segretario della Fiom, Roberto Mastrosimone, anche a nome di Fim e Uilm.

I colleghi che si sono recati nei pressi della fabbrica per raccontare le sensazioni dell’ultimo giorno di lavoro, hanno potuto registrare la notevole e comprensibile rabbia dei lavoratori. Qualcuno, dopo ben trentasei anni di attività lavorativa, ha sottolineato di essersi sentito trattato come un cane. Una cosa è certa, da oggi per 1.600 famiglie dovranno fare i conti con la difficile ricerca di una nuova occupazione, missione quasi impossibile per chi non è più giovane o per chi, addirittura, era a qualche anno dalla pensione.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento

Altre Notizie

1 min

La variante della concessione demaniale marittima richiesta dalla società La Tortuga Srl nel porticciolo di Ognina, a Catania, è stata rilasciata legittimamente dalla Regione Siciliana anche in seguito a decisione del Tar etneo e non avendo ricevuto formalmente dall’amministrazione comunale, dopo ripetuto sollecito e attraverso i canali procedurali previsti, una richiesta concorrente sul portale del […]

3 min

Comune di Catania Ufficio Stampa 22.11.2024 Ognina, sindaco Trantino chiede alla Regione revoca concessione Tortuga Un urgente e immediato intervento in autotutela all’assessorato regionale territorio e ambiente sulla variante alla concessione demaniale marittima rilasciata lo scorso 17 ottobre alla società “Tortuga” nel porticciolo di Ognina, è stato formalmente richiesto dal sindaco di Catania Enrico Trantino, […]

2 min

comunicato stampa L’associazione Le Aristogatte aveva impugnato l’illegittima ordinanza n. 9 del 16/03/2021 del Comune di San Pietro Clarenza che vietava a chiunque di somministrare qualunque tipo di alimento a uccelli selvatici ed in particolare piccioni (columbia livia domestica), cani e gatti randagi per difendere i diritti degli animali. L’Avv. Floriana Pisani del Foro di […]