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“Terremoto in Emilia, nessun collegamento con la Sicilia”, BlogSicilia intervista Patanè, direttore Ingv di Catania
Pubblicato il 30 Maggio 2012
di iena antisismica
Continua senza tregua lo sciame sismico in Emilia Romagna che ha causato già molte vittime e centinaia di crolli. Il forte terremoto di questa mattina è stato avvertito in moltissime città del Nord. Ora l’apprensione contagia anche il Sud e in particolare la Sicilia terra da sempre ad alto rischio sismico.
BlogSicilia ha sentito il parere di Domenico Patanè, dirigente di ricerca e Direttore della Sezione di Catania dell’Ingv. “L’attività sismica che sta investendo l’Emilia e in particolare la città di Modena -ha dichiarato il dirigente- è localizzata ed è legata ad un meccanismo di compressione. Non c’è un collegamento con la nostra isola anche se è noto a tutti che il Sud e in particolare la Sicilia e la Calabria sono zone ad alto rischio, per cui un fenomeno di una certa energia potrebbe svilupparsi in qualsiasi momento”.
Il direttore dell’Ingv di Catania è scettico sulla previdibilità di questi nefasti accadimenti: “Gli studi sulle previsioni sono ancora sperimentali. Il terremoto in Emilia era stato previsto dal professore Panza, ma da marzo a ottobre, un periodo di tempo troppo ampio che rende impossibile una eventuale evacuazione anticipata”.
Lo studioso dà la sua ricetta per ridurre le conseguenze negative dei terremoti: “Invece di cercare di prevederli, da molto tempo sostengo che le amministrazioni locali e il governo dovrebbero adottare una politica per cercare di rinforzare il nostro patrimonio edilizio che al momento è molto carente. Non dobbiamo perdere la memoria e dimenticarci i fatti accaduti a L’Aquila. La ricostruzione che è stata fatta nel capoluogo abruzzese non basta. In tutte le aree a rischio, Sicilia compresa, dovrebbe esserci un intervento per risanare il nostro fragile patrimonio edilizio. In più -conclude- si innescherebbe un meccanismo che potrebbe portare alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro”.
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