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“The Bee Gees: how can you mend a broken heart”: la storia personale, familiare e musicale di miti della musica
Pubblicato il 02 Dicembre 2020
di GianMaria Tesei.
Sono stati tra i musicisti che hanno segnato maggiormente la dance music ed ora un documentario li racconta nell’intimo e non per quello che hanno costituito musicalmente. Sono i mitici BeeGees, ritratti in “The Bee Gees: How Can You Mend A Broken Heart“(che sarà accessibile In Italia in digital download e verrà trasmesso a partire dal 14 dicembre su Prime video, Apple Tv e Google Play), band che ha caratterizzato decenni della musica mondiale con un sound inconfondibile, influenzando la pop music ed imponendosi con ben quaranta album pubblicati, ventidue in studio, due live, dodici raccolte, componendo e suonando più di un migliaio di canzoni. Ed i numeri non si fermano qui: una ventina di brani musicali all’apice delle classifiche musicali, popolando più volte parecchie top ten in tutto il mondo, collezionando sei singoli consecutivi sul gradino più alto nella classifica americana, pareggiando i Beatles in quanto a singoli contemporaneamente presenti , sempre nella top ten statunitense, ossia cinque, con la bellezza di duecentotrenta milioni di dischi venduti ( il totale diviene duecentosettanta , compresi quanto realizzato e prodotto per altri cantanti e gruppi) in tutto il pianeta, con questa cifra finale che li colloca al quinto posto assoluto di questa categoria.
La storia dei tre fratelli Gibb è la narrazione di un percorso di attività pluriennale in campo musicale, fatta di canzoni inondate da ritmi romantici e dance contraddistinte dal falsetto e le eufonie nasali della voce di Barry Gibb, il meno giovane dei tre ( che ha composto ben sedici canzoni giunte sul livello più alto delle classifiche americane, inferiore in questo solo a McCartney e Lennon), interessante anche nell’uso della chitarra, con i compianti gemelli eterozigoti Robin( deceduto il maggio del 2012 anche lui con una buona vocalità, e Maurice Gibb ( scomparso nel gennaio del 2003, voce anch’egli di un certo livello nonché buon performer alle tastiere, al basso ed alla chitarra) a completare una band che ha avuto un’ulteriore incredibile consacrazione negli anni settanta grazie ai quaranta milioni di dischi venduti per la colonna sonora di Saturday Night Fever ( il grande successo cinematografico del 1977 con John Travolta).
A raffigurare in video ( con il titolo che fa riferimento alla canzone che riunì , nel 1971, i fratelli dopo che si erano separati nel 1969) il percorso umano, oltre quello musicale, del notissimo gruppo, per la HBO, è Frank Marshall importante produttore internazionale (nel 2019 ha ottenuto l’Oscar alla memoria Irving G. Thalberg , premio assegnato ai produttori che hanno mostrato grande creatività ad elevato livello),uno dei creatori, assieme alla sua coniuge Kathleen Kennedy ed al grande Steven Spielberg della Amblin Entertainment, che si è calato nel ruolo di director, dopo averlo fatto per “Aracnofobia” (1990), “Alive – Sopravvissuti”(1993),”Congo” (1995), “8 amici da salvare”(2006), perché, dopo avere fatto conoscenza di Barry ( artista i cui numeri straordinari in ambito musicale si compongono anche, come produttore, di quattrodici pezzi musicali numero uno nella hit parade americana, posizionandosi al terzo posto assoluto dietro a Sir George Henry Martin e Steve Sholes), accattivato dallo straordinario rapporto tra i tre fratelli Gibb (Il quarto Andy, morto nel 1988, all’età di trenta anni, si esibì sempre da solista, appoggiato dagli altri fratelli )fatto di un legame di amore indissolubile nonostante i problemi vissuti , le crisi profonde, gli allontanamenti, le droghe, il forte uso di alcol e le grandi vicissitudini umane che non hanno mai incrinato il sentimento di fraternità di quei fenomeni della musica che, partendo dall’Isola di Man, in cui vissero un’infanzia irrequieta e scalmanata, si trasferirono con i genitori a Brisbane per poi pian piano spiccare il volo verso il successo.
Ed il produttore e regista originario di Glendale, nella Contea di Los Angeles, ha voluto, per questo motivo, soffermarsi sullo svolgimento e sulla successione delle emozioni che hanno animato la vita della notissima band, senza indulgere nella realizzazione di un prodotto meramente commerciale ma piuttosto legato ai sentimenti veri della vita vissuta.
A produrre “The Bee Gees: How Can You Mend A Broken Heart“ è stato Nigel Sinclair, produttore cinematografico scozzese di pellicole hollywoodiane, che ha asserito come sia stato fondamentale il potersi avvalere di immagini e video legati ad aspetti quotidiani ed intimi, quasi familiari della vita dei Gibb, rappresentando in modo del tutto naturale questa storia emozionante che ha veduto, come accennato, anche la scomparsa di due componenti su tre della band, e che il documentario mostra anche nei momenti delle performance informali ( avevano cominciato a cantare insieme da quando avevano cinque anni), oltre quelle formali, con interviste fatte a tutti e tre, in vari momenti, ed ad illustri colleghi( pure fan) come Noel Gallagher, Eric Clapton o Justin Timberlake, con il tutto a fare comprendere come questi talenti musicali abbiano scolpito nella storia della musica pagine indimenticabili, irripetibili ed indelebili.
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