di GianMaria Tesei.
Dall’11 dicembre Netflix ospiterà un musical (con l’ennesima fulgida prova interpretativa di Meryl Streep) incentrato su argomenti ancora non sempre adeguatamente affrontati con dovuto rigore dalla nostra società quali l’omofobia, Il bullismo e, in generale, la tolleranza.
“The Prom” rappresenta la riduzione filmica (con il medesimo team di musichiere e librettista-scenarista, cui si accenna appena dopo) dell’omonimo musical (che ha ricevuto ben 25 candidature ad alcuni prestigiosi premi del settore, vedendosi assegnato il Drama Desk Award per il Miglior Musical nel 2019 e svoltosi in due produzione, principiate rispettivamente nel 2016-Atlanta- e nel 2018 -Broadway- )che si deve, musicalmente, alle interessanti qualità creative di Matthew Sklar, direttore associato ed assistente, autore musicale per cinema , televisione e teatro, ben conosciuto per le sue opere a Broadway ( New York) ed al West End Theater (Londra) e con alle spalle anche una lusinghiera candidatura ai Tony Awards come miglior musical per “The Wedding Sinner”(adattamento teatrale del film omonimo del 1998, diretto da Frank Coraci, con Adam Sandler e Drew Barrymore).
Candidatura condivisa con il paroliere Chad Beguelin (rinomato drammaturgo statunitense, peraltro quattro volte candidato ai Tony Awards), con quest’ultimo che ha co-sceneggiato con il poliedrico Robert (Bob) Martin, attore, comico e scrittore canadese (noto per “L’accompagnatore sonnolento”- per cui ha vinto quattro Tony Awards- e “Fionde e frecce”) proprio “The Prom” nella rielaborazione cinematografica, dopo aver cooperato con lo stesso nella stesura dei testi e di un libro per la versione teatrale.
“The Prom” si contraddistingue per la mano registica di Ryan Murphy, produttore cinematografico e televisivo, nonché regista e sceneggiatore di successo, famoso per avere dato origine ad alcune fiction e prodotti seriali del piccolo schermo noti al grande pubblico quali “Popular”, “Nip/Tuck “, “Glee”, “American Horror Story”e “American Crime Story”, rispettivamente del 1999, 2003, 2009, 2011 e 2016.
Sulla tessitura narrativa di questa produzione narrativa si distende una storia che vede due stelle di Hollywood, oramai non più sulla cresta dell’onda ed, anzi, in fase calante, ossia Dee Dee Allen (interpretata da Meryl Streep) e Barry Glickman ( reso sullo schermo da James Corden, presentatore ed autore della tv, doppiatore e multiforme e talentuoso attore di teatro e cinema tanto da essere insignito, nel 2014, dell’importantissima onorificenza di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, datagli “Per i servizi all’arte drammatica”) che hanno aggiunto alla loro già pesante situazione il fallimento del loro più recente spettacolo. Parallelamente a questa vicenda si svolge quella con Emma Nelson (personificata da Jo Ellen Pellmann, conosciuta per “The Marvelous Mrs Maisel” e “The Deuce” , entrambi del 2017), giovane ragazza che frequenta un liceo della Lousiana a cui viene preclusa ed interdetta , nonostante il grande appoggio fornito dal preside Tom Hawkins ( caratterizzato dall’attore comico , doppiatore e sceneggiatore Keegan-Michael Key) dello stesso liceo, la possibilità di partecipare al ballo di fine anno con la sua ragazza Alyssa (impersonata da Arianna De Bose, che vedremo in “West Side Story” di Steven Spielberg nel 2021).
Le due grandi star( ora in una fase di crepuscolo) comprendono come la storia delle due giovanissime ragazze possa essere l’occasione per rimettersi in gioco per ricostruire la propria antica fama e decidono di partire alla volta della Louisiana , assieme ad un altro duo di performer dotati di una certa freddezza ed impudenza ed in cerca di notorietà e successo, ossia la corista Angie Dickinson (incarnata dalla grande Nicole Kidman, tra l’altro Premio Oscar come miglior attrice protagonista per “The hours”, del 2002) e Trent Olivier ( le cui fattezze fisiche e caratteriali sono assunte nella pellicola dall’attore e cantante USA Andrew Rannells, noto per il seriale tv “The New Normal” ed il ruolo di Eder Price nel musical di Broadway “The book of Mormon”).
Gli intenti dei quattro, che progettano, per raggiungere i propri fini, una serata speciale per le due teenager, si tradurranno nello spendersi, molto energeticamente, ponendosi in maniera eccessivamente protagonistica in questa vicenda e non tutto andrà come si erano prefigurati.
Dopo dodici anni dal trionfo di “Mamma Mia!” (2008) la strepitosa Meryl Streep, ventuno candidature agli Oscar (record assoluto), con tre trionfi come migliore attrice non protagonista per l’interpretazione in “Kramer contro Kramer, del 1979, e, come migliore attrice protagonista, per” La scelta di Sophie”, del 1982 e per “The Iron Lady” , del 2011( in questa speciale classifica a pari merito con Ingrid Bergman e seconda solo a Kathrine Hepburn), si fa avvincere nuovamente dal mondo del musical in una pellicola interessante ma che non mantiene del tutto le promesse che sulla carta propone questa storia per una non perfetta profondità e realtà nell’affrontare il tema trattato e qualche eccessiva caratterizzazione dei personaggi narrati ma che proprio riluce dell’ennesima abbagliante prova dell’attrice statunitense, che probabilmente le frutterà l’ ultima, per ora ovviamente, di una lunghissima serie di candidature all’Oscar.
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