di Redazione
Totò Cuffaro ha inoltrato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo presso il Consiglio d’Europa. Ad anticipare la notizia è la testata giornalistica telematica www.blogsicilia.it, mentre per conoscere nei dettagli ciò che rivendica Cuffaro l’appuntamento è con il magazine ‘il Sud’, in edicola dal prossimo venerdì 4 novembre, che alla questione dedica un ampio servizio ricco di particolari.
Preannuncia blogsicilia.it che, quello inviato da Cuffaro a Strasburgo, sarebbe un plico contenente un ricorso straordinario per violazione del “Diritto a un equo processo”, previsto dall’art. 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che sarebbe stato inoltrato, prima dello scorso 17 ottobre, da un noto avvocato romano nell’interesse di Salvatore ‘Totò’ Cuffaro. Il ricorso sarebbe stato depositato nelle settimane scorse, conterrebbe 6 o 7 censure al processo con il quale l’ex governatore della Sicilia ed ex senatore, prima Udc e poi Pid, è stato condannato in via definitiva a 7 anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio nell’ambito del processo “talpe alla Dda”. Su ‘il Sud’, in edicola dal prossimo venerdì 4 novembre, tutti i dettagli dell’inziativa giudiziaria – “Cuffaro ricorre a Strasburgo” – che potrebbe ‘scompaginare’, dopo le revisione sul caso di Bruno Contrada e la richiesta del Pg di Caltanissetta di rivedere due processi per la strage Borsellino, un’altra ‘verità giudiziaria’ italiana.
Gran parte del ricorso del legale di Cuffaro conterrebbe una serie censure alle perizie sulla orami famosa intercettazione in casa del boss Giuseppe Guttadauro ed in particolare alla frase «allora ragiuni avia Totò Cuffaro», che sarebbe stata pronuncia dalla moglie del boss e che, sostanzialmente, viene ritenuta la principale “responsabile” della condanna inflitta all’ex presidente della Regione Siciliana. Un pool di esperti analizzando la registrazione avrebbe escluso categoricamente che la frase sia stata mai pronunciata.
La condanna di Salvatore Cuffaro è divenuta definitiva, con dispositivo di sentenza della Corte di Cassazione del 22 gennaio scorso, mentre la motivazione è stata depositata il 19 aprile. Ai sensi dell’articolo 35
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