di iena assonnata marco benanti Preso dalle sue quotidiane “direttrici di vita” (il libretto degli assegni e il santino di Sant’Agata) il catanese”sperto” forse non vede alcune cose. Alcune cose evidenti, palesi, e anche un po’ ridicole. Quelle che accadono a Palazzo e nell’amministrazione pubblica. Malgrado la “visione onirica-mediatica”, Catania continua ad essere una “città […]
Trantino messo sotto dai suoi, il Pd: ancora caos al consiglio comunale
Pubblicato il 09 Novembre 2024
riceviamo da Officina Democratica
Ancora caos al consiglio comunale. Nella prima seduta la maggioranza del consiglio – FdI, Prima l’Italia, FI e Mpa – lascia in blocco l’aula prima della votazione. Nessuna questione di merito ovviamente. Solo schermaglie interne legate forse alle nuove nomine nelle partecipate.
Un segnale al sindaco e alla giunta che evidentemente non soddisfano appieno i desideri della maggioranza. Il sindaco dovrebbe trarne le conseguenze, ma forse da Roma glielo impedirebbero.
Questa destra che vuole rifare la storia rischia solo di fare storielle da raccontare sui social.
Per la seconda volta, in due giorni, il consiglio comunale di Catania non può operare per mancanza del numero legale. La seduta del giorno 8 novembre, in prosecuzione della seduta del giorno precedente, si apre regolarmente ma, il presidente Anastasi, decide di astenersi e chiama a presiedere, in mancanza dei due vicepresidenti, il primo consigliere anziano, poi il secondo, poi il terzo che, finalmente, è in grado di presiedere. Si avvia la votazione ma manca il numero legale. La seduta viene chiusa.
“Ancora una volta alla città – afferma Maurizio Caserta capogruppo PD – viene offerto uno spettacolo disarmante. Per fatti che non hanno nulla a che fare con il merito della delibera, si impedisce al consiglio di operare. Se ci fosse bisogno di una prova che il sindaco di Catania non ha più la maggioranza, questa è stata fornita in maniera inequivocabile. Nel frattempo l’aula è rinviata a data da destinarsi, con conseguenti costi legati a una nuova seduta. E in un momento in cui si parla di tagli ai servizi sociali, la circostanza appare paradossale e irrispettosa, perché perfettamente evitabile.”
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