Lo “stile comunalpopolare” del sindaco di Catania

d iena antiFumo Marco Benanti.

In tanti eravamo convinti o quasi che nel maggio dello scorso anno ci fossero state le elezioni per il sindaco di Catania e, invece, ci siamo sbagliati. Infatti, siamo stati colpiti forse da una allucinazione collettiva, perché trattavasi invece dell’“X factor de noantri”, brillantemente vinta dall’attuale “sindacostar-comunalpopolare”.

Dopo un inizio al rallentatore e abbastanza istituzionale, la trasformazione da sindaco a star è stata un continuo crescendo, dove l’impegno ad amministrare man mano si è sovrapposto all’urgente bisogno compulsivo di presenziare ed apparire.

Se prima eravamo un po’ disorientati da questa deriva, nel tempo ce ne siamo fatti una ragione in virtù del fatto che il soggetto aveva sicuramente il diritto di dare linfa alle sue recondite aspirazioni artistiche e alle “vanniate”. Fare il lungo elenco delle sue performances riuscirebbe difficile a chiunque, perché tante e tali sono le sue sortite in ogni dove, con modalità naïf, che siamo stati costretti a coniare un neologismo sartoriale: “comunalpopolare”.

Dalla monnezza alla sabbia vulcanica, dalle multe selvagge alle “chiusure podestali”, passando per l’esautoramento di fatto dei vari dirigenti ed assessori (vedi le “ispezioni sacchettali”, di persona personalmente, della munnizza e i proclami “uso arrotino” con altoparlante dalle macchine di servizio dei vigili urbani) perché non già loro come figuranti ma lui come attore protagonista, si è arrogato il diritto di presenziare a tutte queste comparsate e sceneggiate degne dei film del compianto Totò. Il “nostro” è arrivato -forse in “versione Commissario Tecnico”- a “convocare” il Presidente del Calcio Catania: una “sparata populista” di stampo sudamericano, altro che “destra delle regole”.

Le sue “fisse” rispetto alle macchine e mezzi in sosta irregolare lo portano a “tartufare” in ogni dove, trasformandosi in “Trantman”, per cui appare e interviene per la sanzione e la rimozione in barba ai vigili urbani che arrivano talora dopo e male in arnese (con immancabile figura barbina).

Che dire poi di queste decisioni interessanti (ma malfatte) riguardanti la chiusura di intere aree del centro storico, che irrimediabilmente comportano disagi sia per i residenti che per gli esercizi commerciali? L’idea non è sbagliata in sé, sono le modalità dittatoriali che non funzionano; infatti, se per una volta decidesse di superare il suo ego e schiettamente decidesse in modo sensato, potrebbe facilmente comprendere che su certi argomenti non può decidere “manu militari” bensì tramite un percorso che potrebbe pure tutelarlo dalle sue mattane.

Un esempio? Presto detto! Piazza Federico II di Svevia, attualmente, a seguito del suo “editto comunalpopolare”, è diventata area pedonale. Risultato? Residenti e commercianti incavolati neri. Associazioni e avvocati “scassamaroni” pronti a prendere al balzo la questione. Ipotizziamo, allora.

Risultato? Petizione/referendum per la rimozione del divieto. Risultato? Vittoria della petizione/referendum. Risultato? Rimozione della zona pedonale. Risultato? Bella “cozzata” per il “comunalpopolare”. Risultato? Ipotizziamo: arriverà Trantman e in una sorta di pseudovendetta sguinzaglierà magari divisioni di vigili e carri attrezzi per rimozioni forzate h24 da tutta l’area, che nel frattempo sarà privata di qualsivoglia stallo “uso Area51”.

Questa è la triste situazione che si appalesa ai nostri occhi nella quotidianità; ma poi c’è anche la narrazione che serve a supportare tutte queste sparate fuori orario e maldestre del nostro “comunalpopolare”; ovvero la cosa si fa ancora più preoccupante, la domanda infatti non è c’è o ci fa? Piuttosto, è uno o è trino?

Infatti, a qualsiasi ora della giornata lui è pronto lì ha inviare post e rispondere compiaciuto o piccato ai post che gli arrivano dagli innumerevoli canali e profili dove imperversa; chiunque abbia qualcosa da dire buona, cattiva, critica o suggerimento, lui è subito lì a rispondere ed argomentare senza perdere l’occasione per puntigliare, scambiando spesso i social per aule di ben altra natura e le sue risposte per requisitorie.

Anche qui la domanda delle cento pistole è: ma questo come fa ad essere presente contemporaneamente in strada, al comune, nei social, nei quartieri (ci va?) e via discorrendo?

Forse la risposta sta nel quarto mistero di Fatima, chiederemo a Papa Francesco forse ha qualche spiffero al riguardo.

Ed infine, ma lo capisce o no (consapevolmente o meno, mal consigliato sicuramente), che sta scimiottando un ex-ex sindaco che era maestro insuperabile di tutte queste comparsate e sceneggiate, ma non per questo risultò immune da derisioni ed ironie varie; quell’ex-ex sindaco che, spesso, l’attuale “comunalpopolare” -con le sue “pièce stradali”-parossisticamente sfida al punto che risulta davvero imbarazzante visionarlo in queste macchiette improvvisate. E aggiungiamo nel confronto con il suo ex-ex competitor al riguardo (che era già abbastanza imbarazzante di suo).

Trantman! Posa la calzamaglia e rimettiti la cravatta ca ci fai cchiù cumpassa!

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Benanti

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