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Trasporti alla siciliana, Catania “spacchiusa di provincia”: Bruxelles “boccia” Fontanarossa!
Pubblicato il 21 Novembre 2013
Una “mala cumpassa” che dovrebbe fare riflettere: ma non è che in questo modo il valore della Sac ne risentirà? Chissà…L’aeroporto non avrà i fondi Ue: da “vantarsene”!di iena senz’ali
Mentre i catanesi si vantano del tempo, la città prende uno “schiaffo” di quelle che schioccano. E fanno male. Per tanti motivi.
Da Bruxelles arriva una notizia che dovrebbe fare “arrossire” la “classe dirigente” locale. Ma accadrà? Ne dubitiamo.
Intanto ecco cosa dicono dal “tavolo delle imprese”…“martedì scorso il Parlamento Europeo ha approvato gli interventi infrastrutturali da realizzare nel prossimo decennio e l’aeroporto di Fontanarossa è stato escluso
L’incontro di Tallin dello scorso ottobre aveva già delineato gli indirizzi della futura rete del trasporto europeo. In quella sede l’aeroporto di Catania era stato relegato all’interno del network “comprehensive”, escluso cioè dai fondi destinati al Piano europeo dei trasporti (TEN-T and Connecting Europe Facility). Martedì scorso il Parlamento Europeo ha formalmente ratificato il declassamento di Fontanarossa, confermando definitivamente l’esclusione dello scalo catanese dalla rete principale (il network”core”). Un passaggio che taglia fuori Catania dal vantaggio di poter attingere ai ricchi fondi europei del prossimo decennio, soldi stanziati per gli investimenti considerati prioritari.
“I prossimi anni saranno molto difficili – afferma il facilitatore del Tavolo Giuseppe Ursino –Mentre il resto del mondo corre, noi restiamo al palo e continueremo ad arretrare. Il disagio sociale è destinato a crescere e provocherà ulteriori tensioni. Attualmente, non c’è nessuna prospettiva di rilancio. Neanche a lungo termine. Lo scenario è veramente difficile”.Il nodo centrale del declassamento è di natura strategica, il c.d. criterio “land side”, cioè l’accessibilità multimodale di cui Fontanarossa è sprovvista. La responsabilità degli attori istituzionali del territorio è lampante, a cominciare dal Comune di Catania e dalla Regione.”Il nostro ceto politico è insulso – prosegue Ursino – insieme a buona parte del ceto dirigente. La selezione, fatta con metodi cancerogeni, oggi è una constatazione generale. A Catania la situazione è anche peggiore, perché nella mediocrità complessiva da noi il contesto è oltremodo incapace ed irrilevante. Può, al massimo, fare da reggicoda di altri, che non mi sembrano dei fulmini di guerra. In sostanza, con questo scenario siamo inevitabilmente derisi e considerati un muro basso su cui appoggiarsi. I cittadini dovrebbero ritirare quella delega in bianco che ci ha condotto a questo disastro. Ma mi sembrano un pugile suonato che non capisce da quale parte arrivano i pugni”.
Ha un sapore amaro la consapevolezza di avere una grande infrastruttura logistica (il sesto aeroporto d’Italia, inserito nella Top Ten italiana per movimentazione) e venire esclusi dalla futura rete europea dei trasporti…”Come Tavolo per le imprese (www.iltavolo.it) lo scorso 23 settembre abbiamo chiamato a raccolta tutti, nel tentativo di reagire a questa micidiale minaccia. Nessuna risposta dalle istituzioni, impegnate invece a litigare, nominare amici ovunque e partecipare a ricchi banchetti, in coerenza con il modello dei tempi di Craxi. Questi personaggi non cambieranno mai, l’unica possibilità è trovare dei giovani trentenni capaci di azzerarli. Nuovi profili che, in dieci anni di lavoro, ci facciano rialzare la testa e recuperare quella dignità oggi umiliata e quelle ambizioni oggi fuori luogo. In questo momento – conclude Ursino – non vedo nessuna luce alla fine del tunnel” “. Dalla Sac, invece, arriva questo comunicato:“Enzo Taverniti e Gaetano Mancini, rispettivamente presidente e amministratore delegato della Sac, la società di gestione dell’aeroporto di Catania, intervengono sul mancato inserimento di Catania nell’elenco Core Network Ten-t.«L’esclusione di Catania dalla rete Core Network Ten-T», affermano Taverniti e Mancini, «è senza dubbio una brutta bocciatura dell’intero territorio etneo. Come Sac, già un anno e mezzo fa avevamo posto il problema alle istituzioni, ma il nostro appello è rimasto inascoltato da parte di chi a suo tempo aveva la responsabilità di occuparsi della vicenda. Ovviamente, anche se ad alcuni piace pensare e dire il contrario, non si tratta del “declassamento” dell’aerostruttura di Fontanarossa, ma proprio dell’intero territorio di Catania, le cui infrastrutture in blocco hanno subito l’applicazione di parametri esasperatamente burocratici».«A nostro avviso», proseguono i vertici Sac, «la scelta dell’Unione europea è stata fondata su riferimenti burocratico-amministrativi (le aree metropolitane con una popolazione superiore al milione di abitanti) del tutto inadeguati a comprendere realtà assai complesse come quelle del Sud Europa, ma è palese come le responsabilità non possano certe essere addebitate tutte alla pur cieca burocrazia di Bruxelles».«In ogni caso», concludono Taverniti e Mancini, «è sicuramente un bene che, almeno a livello italiano, Fontanarossa, anche grazie al fattivo interessamento della Regione Siciliana e del Comune di Catania negli ultimi mesi, sia stato inserito dal Ministero dei Trasporti nella proposta di rete principale del sistema aeroportuale nazionale. Adesso bisogna mantenere alta l’attenzione affinché tale decisione permanga nella versione finale del piano. Un obiettivo sul quale lavorare insieme all’allungamento della pista, pensando alle strategie vincenti degli anni a venire» “.
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