di iena consumatrice
Enti locali e gestori delle strade risponderanno da oggi del reato di omicidio stradale. Lo prevede una circolare del Ministero dell’Interno inviata a Prefetture, Questure, Carabinieri, Polizia e Finanza, che chiarisce l’applicazione del nuovo reato introdotto di recente nel nostro ordinamento.
“Una vera e propria rivoluzione – rivela il Codacons – che finalmente riconosce le responsabilità degli enti locali e delle società stradali in tutti quei casi in cui il pessimo stato dell’asfalto determina incidenti e provoca morti”.
La circolare del Ministero relativa all’omicidio stradale stabilisce infatti che “Il reato ricorre in tutti i casi di omicidio che si sono consumati sulle strade… anche se il responsabile non è un conducente di veicolo. Infatti, le norme del Codice della strada disciplinano anche comportamenti posti a tutela della sicurezza stradale relativi alla manutenzione e costruzione delle strade e dei veicoli”. La circolare fa espresso riferimento all’art. 14 del Codice della strada secondo cui “Gli enti proprietari, allo scopo di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione, provvedono: a) alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi b) al controllo tecnico della efficienza delle strade e relative pertinenze c) alla apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta”.
Per Francesco Tanasi, giurista e segretario nazionale del Codacons, questo significa che “se un automobilista o un motociclista muore a seguito di un incidente provocato da una buca sull’asfalto o dalla cattiva manutenzione della strada, il gestore della stessa strada risponderà da oggi del reato di omicidio stradale – preannuncia Francesco Tanasi –. Sindaci, imprese e gli stessi ingegneri responsabili dei lavori di manutenzione stradale rischiano quindi di finire in carcere se non garantiranno un adeguato livello di sicurezza delle strade. Una misura che il Codacons invoca da tempo e che finalmente diventa realtà”.
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