Trasporti e lavoro, Sac Service: la brutta storia di tredici licenziamenti. Fra “cambi di versione” e “investigatori non professionali”


Pubblicato il 03 Dicembre 2012

Nuova puntata di una vicenda di cui ci siamo già occupati. Ecco gli ultimi sviluppi…

di iena con le ali Marco BenantiDue licenziamenti, due famiglie in difficoltà gravi, per un danno presunto di 80 e 22 euro! Succede a Catania, nell’ Italia degli scandali e dei soldi pubblici buttati dalla finestra dalla casta. Eppure per due lavoratori, addetti al parcheggio, della “Sac Service” da oltre tre anni senza lavoro, questa è la dura realtà. Mentre altri colleghi sono rientrati in servizio.

Loro sono stati licenziati per essere stati accusati, assieme ad altri, di aver sottratto somme alle casse dei parcheggi gestiti dalla società. Di qui, anche un procedimento penale, nell’ambito del quale circa per la metà degli accusati l’accusa è già caduta, con l’archiviazione. Come per Danilo Mauti: ma al lavoro non c’è tornato. Il licenziamento è stato impugnato davanti al Tribunale del lavoro: se ne parlerà il prossimo mese.

A leggere il ricorso, del suo legale, l’avv. Giuseppe Vassallo, si resta piuttosto perplessi per il tenore dell’accusa. E’ scritto, infatti, che “..con lettera del 7.04.2009 il datore di lavoro contestava al ricorrente di avere ricevuto da un ‘controllante’ segnalazione dalla quale sarebbe risultato che in data 3.01.2009, alle ore 23.43, presso il parcheggio denominato ‘Park 2′, un cliente aveva ritirato l’autovettura Renault Clio, lasciata il giorno 2.01.2009 alle ore 17.40, e il Mauti, che in quel momento presidiava la cassa, incassava la somma di € 22.00 non effettuando alcuna registrazione e consegnando al cliente una ricevuta di un precedente cliente datata 2.01.2009 già pronta.Va innanzitutto evidenziato come il licenziamento di che trattasi sia stato basato su ‘segnalazioni’ di cui al ricorrente non è stato fornito alcun riscontro obbiettivo. Ciò sarebbe di per sé sufficiente per escludere l’esistenza della giusta causa di licenziamento.”Un provvedimento “inverosimile” per tante ragioni. Eccole descritte nel ricorso: “..in data 03.01.2009 il ricorrente non era di turno al Parcheggio denominato ‘Park 2′, bensì al Parcheggio a sosta breve denominato ‘T4′..;la ricevuta datata 02.01.2009, relativa ad un precedente cliente, non poteva essere in possesso dell’operatore, bensì del cliente che l’aveva richiesta; inoltre, con tale ricevuta, il cliente che, per iporesi, aveva ritirato l’autovettura il giorno 3.01.2009 non avrebbe potuto lasciare il parcheggio poiché la colonnina alza sbarra avrebbe segnalato un codice di errore e cioè la mancanza di congruità della data;nel corso delle indagini preliminari relative al procedimento penale suddetto, il Mauti non è stato riconosciuto come l’operatore che si sarebbe reso responsabile della violazione di che trattasi;nel corso del giudizio ex art. 700 c.p.c. proposto dallo stesso Mauti Danilo con ricorso n. 4577/2011 R.G., la teste indicata dalla SAC Service S.r.l., Acrigno Grazia, esecutrice della investigazione che ha condotto al contestato licenziamento, non ha riconosciuto il ricorrente (presente in aula) come la persona che asseritamene in data 03.01.2009 ebbe ad incassare la somma di € 22,00 ed a consegnarle la ricevuta recante la data del 02.01.2009.La dichiarazione resa nel giudizio cautelare dalla Acrigno conferma, peraltro, quella resa in sede di indagini preliminari del giudizio penale che ha condotto alla richiesta di archiviazione formulata dal P.M. in ordine alla posizione del Mauti (poi definitivamente archiviato, ndr)”.Ci sono aspetti anche al limite del grottesco. Mauti non viene riconosciuto: “né può ipotizzarsi –scrive il legale- che il mancato riconoscimento possa giustificarsi col fatto che siano trascorsi due anni dal giorno in cui ebbe luogo l’accertamento investigativo, e ciò in quanto: le caratteristiche fisiche del sig. Mauti Danilo ne fanno un soggetto non ordinario. Come è possibile constatare attraverso la foto prodotta dalla resistente in sede cautelare nella quale il ricorrente viene individuato con il numero 2, il Mauti è soggetto obeso con peso corporeo di Kg. 167. Difficilmente, pertanto, tali caratteristiche potevano non restare impresse nella mente della investigatrice Acrigno e consentirle di riconoscerlo anche a distanza di anni.”Situazioni paradossali e al limite del grottesco anche per l’altro licenziamento, quello di riguardante Mario Gulino, anche lui addetto ai parcheggi per “Sac Service”. Le “segnalazioni” alla base del licenziamento sono –secondo il ricorso dell’avv. Vassallo- sono tali che al ricorrente “non è stato fornito alcun riscontro obbiettivo…”Due gli episodi contestati al lavoratore, rispettivamente il 14 gennaio e 19 febbraio 2009. Eppure, la perizia espletata dal Ctu nel procedimento penale, ha non pochi elementi a favore di Gulino.”…Si afferma – scrive l’avvocato Vassallo- che in tale data (14 gennaio 2009, ndr) sono stati incassati 30 Euro senza effettuare alcuna registrazione e che per aprire la sbarra di uscita al cliente sia stato utilizzato un biglietto d’ingresso datato 14.01.2009 h. 14.23.Ciò è inverosimile alla luce della CTU espletata nel corso del procedimento penale suddetto. Infatti, per come accertato dal CTU del P.M…., in data 14.01.2009, non esistono registrazioni di ingresso con orario 14:23 (con conseguente impossibilità di verificare la data e l’orario di ritiro dell’autoveicolo indicati nella contestazione di addebito), ma registrazioni in uscita relative a due biglietti con relativo regolare pagamento…”Ma non solo: “…la inverosimiglianza della contestazione mossa al ricorrente è data anche dalle diverse e contraddittorie versioni dei fatti fornite dalla ‘controllante’ Di Liberto Simona, asseritamente dipendente di una società, la Lodge Service Italia S.r.l., cui la SAC S.pA. aveva dato incarico di svolgere indagini circa i supposti ammanchi verificatisi nei parcheggi gestiti presso l’Aeroporto di Catania.Tale “controllante” nella relazione rassegnata alla SAC S.p.A. ha dichiarato: “mi sono recata presso il Vs. parcheggio denominato Terminal 4 e ho ritirato l’auto. Le persone che presiedevano la cassa in quel momento erano due che incassavano il denaro euro 30 non effettuando alcuna registrazione, consegnandomi un ticket d’ingresso datato 14/01/2009 ore 14:23, in seguito utilizzato da uno dei due per l’apertura della sbarra”.In merito a tale dichiarazione si osserva che è tecnicamente impossibile consegnare il ticket d’ingresso trovandosi alla cassa, ma è necessario andare fuori e ritirare il ticket dalla colonnina di entrata. Inoltre la stessa operazione, per effetto delle cellule fotoelettriche, è possibile solo in presenza di un’autovettura posizionata a fianco della colonnina. In ogni caso, ammesso e non concesso che tale operazione sia possibile, non potrebbe essere eseguita in meno di 60 secondi stante che la “controllante” dichiara di essere entrata nel parcheggio alle ore 14:23 e di avere ricevuto il biglietto sempre alle ore 14:23…”Successivamente, è scritto nel ricorso, che la sig.ra Di Liberto, chiamata come teste per altre posizioni, ha cambiato versione. Una situazione che si ripete in relazione ai riscontri fotografici.”Peraltro –continua il ricorso- la inattendibilità delle dichiarazioni della sig.na Di Liberto circa l’episodio del 14.01.2009 è alla base della decisione con la quale è stata disposta la reintegrazione nel posto di lavoro del dipendente D’Arrigo. E se il Tribunale ha ritenuto che tali dichiarazioni non potessero essere poste a fondamento del licenziamento del dipendente D’Arrigo, non si vede come possano costituire fondamento del licenziamento dell’odierno ricorrente, trattandosi delle medesime circostanze”.Alla fine, sono tre le versioni fornite dalla Di Liberto, con “insanabili contraddizioni”.E non solo: “infine, non è senza rilievo il fatto che dichiarazioni similari rese dalla Di Liberto nei confronti di altri dipendenti, Catania Francesco e Cicala Carlo, anch’essi licenziati, non hanno retto alla verifica giudiziale nel corso della quale i predetti dipendenti hanno dimostrato di non essere nemmeno di turno negli orari indicati dalla investigatrice e sono stati reintegrati nel posto di lavoro.Così come sono state smentite dalla CTU disposta dal P.M. le dichiarazioni della stessa Di Liberto circa l’apprensione di somme di denaro da parte dei dipendenti Baudo e Catania senza effettuare la registrazione.” Addirittura la teste “cambia versione anche sui riconoscimenti effettuati in sede giudiziale…”Queste sono soltanto alcune delle lacune, delle imprecisioni alla base del licenziamento di Gulino. Diverse e contraddittorie versioni che arrivano anche dal “controllante” Alessandro Messina. Non solo: il 19 settembre 2009, nell’ora indicata nella contestazione, Gulino era di turno in altro parcheggio! Non solo: a leggere il ricorso si trovano anche considerazioni sul personale utilizzato per le investigazioni.

“Le relazioni di servizio degli investigatori e le dichiarazioni testimoniali successivamente rese denotano oltre che la inverosimiglianza delle stesse, una totale mancanza di professionalità il che non è affatto casuale. Infatti, il teste Messina Alessandro risultava all’epoca dei fatti dipendente della Lodge Service Sud S.r.l., società del tutto diversa dalla Lodge Service Italia S.r.l., mentre la teste Di Liberto, giusta documentazione rilasciata dalla Prefettura di Catania, non risultava e non risulta né dipendente, né collaboratrice della Lodge Service Italia S.r.l., talché le indagine eseguite sono da considerarsi illecite e non possono integrare il presupposto della giusta causa di licenziamento.”Cosa si paventa allora dietro questi licenziamenti? Un “modo sbrigativo per procedere alla riduzione di personale…” scrive il legale. Non a caso,il 5 maggio 2009, la Sac Service, con il direttore generale Paolo Antonelli e il presidente Giuseppe Sciacca aveva parlato chiaro: “…nell’attività dei ‘parcheggi’ sono in esubero n. 13 posti nella mansione guardiano parcheggi…”. Ne aveva dato comunicazione ai sindacati di questo “problema”. E –magicamente- il “problema” – ma è solo una coincidenza, ne siamo sicuri- ha trovato una “soluzione” possibile: il licenziamento di 13 lavoratori addetti ai parcheggi. Tredici lettere di licenziamento in seguito a denunce presentate dall’azienda alla Procura della Repubblica nei confronti dei lavoratori. Accusati di cosa? Di furto, si aver sottratto somme alle casse dei parcheggi gestiti dalla società.Eppure, il 30 novembre 2009, il consigliere della Camera di Commercio di Catania e consigliere della Sac Service Carmelo Micalizzi aveva scritto in una comunicazione al presidente della Camera di Commercio di Catania, ai componenti della giunta camerale e ai consiglieri e al Presidente della Sac: “…il sottoscritto tiene a precisare che era assolutamente contrario al licenziamento dei tredici cassieri, i quali, da un’indagine della Sac, risultavano avere avuto dei comportamenti non legittimi…”.

Scrive il legale di Gulino e Mauti: “..il quadro della simulazione ordita dalla resistente risulta ancor più nitido ove si tenga conto che la scaturigine dell’indagine in questione costituita, come si legge nella denuncia querela nei confronti del ricorrente e di altri, da una lievitazione delle perdite attribuita a fatto illecito dei dipendenti, sia risultata del tutto fittizia come acclarato dal Tribunale Civile di Catania, Sez. IV, con sentenza n. 2745/2011 , resa nel procedimento n. 13360/2008 R.G..Si osserva, inoltre, che successivamente agli operati licenziamenti, gli incassi del parcheggio T4, dove operava il ricorrente e dove vengono contestate le irregolarità, invece di aumentare sono diminuiti di circa il 5%.”A lasciare davvero perplessi sono anche –come dire- i “precedenti” di Gulino: una tentata rapina dell’incasso aziendale da lui respinta reagendo ai malfattori, una ferma resistenza alle pretese ingiuste di un cliente violento, fermato anche con l’aiuto della polizia.

“Più recentemente – appena due settimane prima del licenziamento – l’odierno ricorrente si trovava a svolgere il proprio turno di servizio, allorché la cassa automatica del parcheggio denominato P2 si guastava emettendo tutto l’incasso. Accortosi del fatto, il Gulino raccoglieva il denaro, circa € 500,00, e lo consegnava al responsabile delle casse sig. Ruffino, inoltrando la relativa relazione ai propri superiori”.Niente male come supposto ladro!Quindi, sembra, in generale, che l’azione aziendale abbia seguito un iter quasi di un “processo senza ma e senza se”. Peccato che ora una parte dei lavoratori licenziati sia stata tornata in servizio: come è stato possibile? Cosa c’è dietro questa storia? Indiscrezioni sembrano avvalorare la tesi di una possibile azione di “ostracismo politico” fondato su appartenenze precise. E non solo: a molti lavoratori rimasti ancora senza lavoro è stato promesso il rientro, ma per adesso si tratta solo di promesse.

 


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