Trasporti “pubblici” e primati da…Oscar: Sicilia? Le peggiori ferrovie d’Italia!


Pubblicato il 30 Dicembre 2016

Sarebbero in Sicilia le peggiori ferrovie italiane. A stabilirlo il rapporto annuale di Legambiente, Pendolaria. Ogni giorno le corse dei treni regionali in tutta la Sicilia sono 429 contro le 2.300 della Lombardia, una differenza di 5,3 volte,  a confronto del doppio della popolazione isolana.
Al centro della lente d’ingrandimento sono i 180 chilomentri della linea che collega Messina-Catania-Siracusa.  La velocità media della linea è di appena 64 kmh e i treni si sono ridotti del 41%. Mentre a nord è già in atto la “I 5 milioni di abitanti dell’isola hanno rispetto a questo servizio meno diritti degli altri cittadini italiani –  si legge sulla relazione – ma a pagarne le conseguenze sono anche i turisti, che si trovano di fronte a situazione indegne di un Paese civile che faparte dell’Unione Europea”.

Senza contare lo stato di degrado delle stazioni. Per tre mesi la linea è stata chiusa per la velocizzazione a binario semplice tra Bicocca e Augusta, parte della tratta Bicocca-Targia.

“Nessuno sta pensando a come aumentare la velocità, frequenza o tipologia dei treni in circolazione. Proprio sul tratto non interessato dai lavori, Catania-Messina, sono stati frequenti anche nel 2016 i casi di guasti ai treni ed alla linea con conseguenti ritardi, anche di 2 ore , e soppressione delle corse. Gli unici interventi programmati, ma solo in parte finanziati, sono infrastrutturali, come la tratta Giampilieri-Fiumefreddo, il cui raddoppio per 42 km è previsto dal contratto di programma di RFI già dal 2000. Si tratta di un’opera dal valore di 2,27 miliardi di euro, già finanziata nel 2005 con 1.970 milioni di euro, ma che dopo le varie progettazioni, i vari studi di fattibilità, è ancora fermo”

E’ evidente, quindi, la marcata differenza tra i treni del nord e del sud. “La ragione sta nel fatto che l’acquisto di nuovi treni è stato garantito in questi anni da acquisti diretti da parte delle Regioni o dai contratti con Trenitalia, e ha visto meno investimenti proprio nelle regioni del Sud”. Basti pensare che su 148 treni, il 63,5% ha più di 15 anni, con circa 23,2 anni di media.


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