(nella foto, quanti di questi nuovi bus sono guasti?)
Ecco il testo dell’esposto-denuncia a firmare del segretario provinciale della Faisa-Cisal Romualdo Moschella:
“Al Presidente di AMT Catania Spa
Al Diregente alla Produzione di AMT Catania Spa
Ai sig.ri componenti del Collegio Sindacale di AMT Catania S.p.a
Alla Procura della Repubblica di Catania
Alla Corte dei Conti Sezione per la Regione Sicilia
E.p.c. Al sig. Sindaco di Catania
Al sig. Assessore alle Partecipate
Al sig. Direttore delle Aziende partecipate del Comune di Catania
Al sig. Ragioniere Generale del Comune di Catania
Oggetto: esposto/denuncia (pagine n.3).
Con la presente spiace dovere constatare il perdurare da parte della Società in indirizzo di comportamenti tesi a ridurre la produttività del settore aziendale “officina meccanica”, attraverso l’esternalizzazione di lavorazione a soggetti terzi e lo spostamento di personale qualificato di tale reparto verso il settore guida, e il mantenimento di comportamenti e azioni contrarie agli interessi di AMT Catania e dei suoi lavoratori.
In questo senso non possiamo non evidenziare, con sconcerto e preoccupazione, il comportamento incomprensibile dell’attuale dirigenza dell’Azienda che in assenza di certezze sul presente e futuro della Società e, soprattutto, di dati economici ed industriali sicuri (ovvero piano industriale e rapporti con il Socio proprietario) si avventura in variazioni dell’assetto di un settore strategico per ogni azienda di trasporti, quale è quello dell’officina, attraverso iniziative (affidamenti a terzi, eliminazione di maestranze interne qualificate, diversificazioni di funzioni, ecc.) che di fatto determinano aggravio economico e inefficienze sul piano organizzativo, gestionale e produttivo.
Ci chiediamo (e chiediamo a chi di dovere) come si possa immaginare una grande Azienda come AMT Catania, con un parco macchine di oltre 150 autobus, che non valorizzi un settore come quello in argomento?
Il rischio delle scelte assunte, infatti, è quello di trasformare l’intero impianto che ospita oggi il settore in esame in una vera e propria cattedrale nel deserto.
Ecco perché questa O.S. sente di dovere denunciare agli organi di competenza quanto sta accadendo.
Ed invero, AMT Catania S.p.A., ad oggi, non è stata in grado (nonostante le nostre continue sollecitazioni in tal senso) di programmare la propria attività, di dimensionare il proprio fabbisogno di personale ovvero di stabilire un serio e ragionato piano industriale capace di dare garanzie circa un imprescindibile requisito ovvero il mantenimento della continuità aziendale.
Ciononostante l’attuale Consiglio di Amministrazione ed il suo Presidente hanno ritenuto di provvedere ad esternalizzare lavori aumentando i costi a carico della società e quindi della collettività.
Uso bizzarro di risorse aziendali che si sta determinando anche in ragione della scelta di comprare autovetture (con denaro destinato ai bus) per effettuare un servizio quello di car sharing che altre e più importanti società non sono riusciti a mantenere nella Città di Catania.
Fra l’atro compiendo una scelta del tutto irrazionale se non addirittura assurda ovvero quella di copiare il modello organizzativo dalla Città Palermo nella quale tale attività ha prodotto un enorme buco di bilancio per l’AMAT omologa di AMT nel capoluogo Siciliano.
Ancora una volta, insomma, uso disinvolto di denaro pubblico, sottrazioni di risorse al trasporto pubblico locale e al servizio primario dell’Azienda, tanto poi paga “pantalone” !!
A ciò si aggiunga l’ulteriore decisione, unilaterale ed in contrasto alle regole vigenti, assunta dallo stesso management di aumentare di fatto l’orario di lavoro, senza una preventiva concertazione ovvero necessario accordo con le OO.SS., violando palesemente quanto previsto dalla L. 66/2003 e, soprattutto, quanto disposto dall’art.27 del CCNL di categoria del 28.11.2015.
Una condotta e una scelta che, anche in questo caso, penalizza i lavoratori e crea diseconomie ed inefficienze.
Proprio per tali ragioni la presente e anche diretta alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Catania al fine di chiedere la verifica dell’eventuale sussistenza di condotte non in linea con una gestione corretta di una azienda pubblica e penalmente rilevanti.
Tanto evidenziato FAISA-CISAL, non facendosi intimidire e condizionare dagli atteggiamenti posti in essere in spregio di diritti costituzionalmente sanciti quale sono quelli legati all’attività sindacale, esprime la propria denuncia a difesa dell’AMT Catania S.p.A., dei suoi lavoratori e dei cittadini utenti del servizio di Tpl.
Ed infatti, se questo è il rilancio sbandierato dell’AMT Catania Spa siamo, con tutta evidenza, “in alto mare”.
Rilanciare la società deve essere innanzitutto migliorare il servizio di Tpl, curare un settore strategico quale è quello dei parcheggi gestiti dall’Azienda (che per quanto ci risulta dopo la mezzanotte con sempre maggiore incidenza vedono aprire le sbarre e favorire la sosta gratuita a danno di AMT) e investire in maniera organica sulla mobilità sostenibile evitando le iniziative estemporanee e sbagliate messe in atto.
Nel contestare, pertanto, espressamente tale condotta dell’Azienda si chiede di rivedere la decisione di ridimensionare il settore Officina, di applicare il CCNL di categoria, nello specifico per gli operatori di esercizio, e di definire un piano industriale organico da sottoporre al confronto delle parti sociali.
In questo senso invitiamo il Collegio Sindacale di AMT Catania S.p.A., il responsabile Anti Corruzione e Trasparenza della società, il Comune di Catania (proprietario) e l’organo di controllo analogo del Comune di Catania, a cui la presente è anche diretta, ad esercitare l’azione di verifica e controllo Loro assegnata per Statuto Aziendale e per legge.
Tanto si doveva, distinti saluti.
Il Segretario Provinciale
FAISA-CISAL
Romualdo Moschella.”
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