Tribunali, a Catania, e non solo, servono urgenti interventi strutturali: aule fatiscenti producono malagiustizia

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Gravi Ritardi Nella Liquidazione Degli Onorari Del Patrocinio A Spese Dello Stato E Nei Servizi Unep.

La denuncia, le proposte e l’appello degli Avvocati del distretto etneo oggi a Catania alla Ministra di Giustizia, Marta Cartabia, con l’intervento del Presidente del COA, Rosario Pizzino (nella foto): sulla lunghezza dei processi, gli Avvocati sono la soluzione, il diritto di difesa non è mai il problema

Catania 5 luglio – Denuncia della decadenza e inagibilità  di molte aule dei tribunali del distretto di Catania e richiesta di interventi urgenti di modernizzazione delle strutture, anche dal punto di vista telematico, e di edilizia giudiziaria. Gravi ritardi nella liquidazione degli onorari del Patrocinio a Spese dello Stato e nei servizi UNEP. Ma anche critiche e proposte sulle riforme messe in campo da Governo, con il PNRR, dal ministero di Giustizia, dal Parlamento, ma soprattutto affermazione della centralità del ruolo dell’avvocatura, del diritto di difesa dei cittadini e di accesso pubblico e universale alla giustizia. Così oggi il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania, Rosario Pizzino, in rappresentanza dell’Ordine Forense Distrettuale e degli Ordini di Siracusa, Ragusa e Caltagirone, è intervenuto nel saluto alla ministra di Giustizia, Marta Cartabia, oggi presente al Tribunale etneo, per illustrare una delle riforme del Governo, il nuovo “ufficio del processo”.

Pizzino ha evidenziato, intanto, l’importanza di momenti come questo apprezzando l’intento del ministro di conoscere le esigenze dei vari Distretti, e che Cartabia stessa ha definito “una grande occasione di ascolto”, quindi ricordato l’importanza che tra le voci da ascoltare, ci sia anche quella dell’Avvocatura del Distretto di Catania. Quindi Pizzino ha contestualizzato le riforme anche nella realtà siciliana: “Il rischio maggiore è che il nuovo Ufficio (del processo) si scontri – almeno nel nostro Distretto – con la realtà concreta, strutturale ed operativa, dei  Tribunali. Il secondo nodo, infatti, è quello dell’edilizia giudiziaria”. E rivolgendosi alla ministra ha sottolineato: “Questa sala rappresenta per i cittadini “l’autorevolezza” della giustizia. Tuttavia, se ci spostassimo di una decina di metri, assisteremmo alla ‘decadenza’ della giustizia. Corridoi ristretti e locali angusti per le udienze civili; oppure, nella sede di via Francesco Crispi, a 200  metri da qui, una struttura che accumula problemi, che soffre di allagamenti invernali e che, alle prime impennate di temperatura, risulta invivibile. La mancanza di un sistema di condizionatori di aria, da anni fermi per un guasto, costoso da riparare, è, ad esempio, una delle cause della lunghezza dei processi, che devono rinviarsi nelle giornate più afose. È banalmente così! La situazione peggiorerebbe se visitassimo il Tribunale di Sorveglianza od il Tribunale per i Minorenni; e tutto ciò mentre i tempi di realizzazione della nuova cittadella giudiziaria sembrano allontanarsi. L’edilizia giudiziaria è in sofferenza anche negli altri Tribunali del Distretto e grazie alla fattiva collaborazione con i vertici degli Uffici, si trovano micro-soluzioni temporanee, che, però, non possono essere la normalità delle aule di giustizia. Saprà già, Ministro, delle carenze di organico del personale amministrativo. Questo problema, tra le tante conseguenze, comporta ad esempio – a Catania ed a Siracusa – tempi biblici nella liquidazione degli onorari per il Patrocinio a Spese dello Stato, oppure, nell’Unep (ufficio notifiche esecuzioni e protesti) di Catania, una sostanziale paralisi dei servizi”.

Il presidente del Coa ha, quindi, aggiunto:“Sulle proposte governative sono già intervenute, criticamente ma propositivamente, le istituzioni forensi, Cnf e Ocf, e le Associazioni, e quindi non mi soffermerò su di esse. Sappiamo già – perché è una strada percorsa da troppi anni e con diversi governi, di ogni segno politico – che la modifica dei riti, senza altri interventi, produce  risultati deludenti”.

“L’Europa – ha spiegato – ci chiede di ridurre i tempi del processo ma non di comprimere i diritti. Siamo molto allarmati: i tempi della giustizia non potranno ridursi con l’introduzione di sanzioni, preclusioni, decadenza e responsabilità, ma innovando profondamente la macchina giudiziaria. Le modifiche che si prospettano, ed il timore di un nuovo aumento del  C.U., limiteranno ulteriormente l’accesso alla domanda di giustizia. L’Ufficio del processo potrebbe essere un buon rimedio organizzativo, ma il nodo principale resta quello degli organici di Magistrati ed amministrativi: coperture degli organici e necessità di un loro ampliamento. ANM parla di un’attuale scopertura del 12,61%, con una previsione, nel prossimo biennio, di circa 2.000 ulteriori scoperture di organico, considerando i nuovi bandi di concorso ed i collocamenti in quiescenza. Tutte le migliori architetture codicistiche non potranno eliminare quel “collo di bottiglia” che si crea al momento della fase decisionale. Ed in questo quadro, non dimentichiamolo, gli Avvocati sono, sempre, la soluzione, mentre il diritto di difesa non è, mai, il problema”.

Come Consiglio dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati, è stato quindi rivolto alla Ministra un invito ulteriore a Catania e nel distretto per potere trovare soluzioni (non più rinviabili) a questa difficile situazione. “Catania, ed il suo Distretto, sono luoghi con molte contraddizioni e gravi problemi, anche sociali – ha concluso Pizzino – e hanno bisogno di segnali chiari, di simboli forti di legalità e decoro. Il buongoverno della giustizia è forma e sostanza: le aule dei tribunali sono il biglietto da visita del nostro Paese e della nostra democrazia. Non perdiamo l’occasione delle riforme”.

 

 

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Benanti

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