In giro alla scoperta di “tesori dimenticati”….
di Marcello SciaccaSono nascoste tra filari di vigne o alberi da frutta. Si mimetizzano con il colore scuro del terreno, per via della roccia lavica con cui sono state costruite. Talvolta si trovano all’interno di proprietà private, ed è difficile riuscire a raggiungerle. Altre volte sono servite da base per la costruzione di piccole case, oppure sono state quasi interamente distrutte.
Stiamo parlando di piramidi, edificate con la nera pietra lavica, mai sino ad ora descritte.Da Piedimonte Etneo, passando per Linguaglossa, Randazzo, Bronte sino ad Adrano, buona parte del versante centro-orientale della Sicilia, è disseminato di una quarantina di piramidi coniche, con gli spigoli arrotondati, a gradoni. A base rettangolare o quadrata, con altari sulla sommità e in alcune è ancora visibile una rampa d’accesso. Tutte collegate da percorsi pavimentati di pietre laviche, non utilizzati più da tempo e compresi tra muretti di pietre a secco, ricoperti da fichi d’india e da cespugli spinosi, come una rete di sentieri sinuosi che disegnano miriadi di piccoli campi, racchiusi da muri alti 4 metri. Ci sono intere colline lavorate con sistemi di canali d’irrigazione e stretti terrazzamenti a teatro.In alto, sul versante Nord dell’Etna, a 887 metri d’altitudine, dietro i muri d’una proprietà privata, se ne trova una, a gradoni, alta circa 35 metri. Tra Linguaglossa e Randazzo ve ne sono altre, una in un vigneto perfettamente rettangolare, a gradoni, e con una scaletta che volge il fianco verso il vulcano. Tra Passopisciaro e Francavilla di Sicilia se ne trova un’altra piuttosto grande di forma oblunga, dai gradini ripidi e diritti, che salgono sino alla sommità dove è stata posta una sorta di piattaforma. La rampa d’accesso disegna all’interno della piramide un sentiero sinuoso.Ma qual è il popolo che può aver costruito piramidi in Sicilia? Il campo d’indagine si stringe attorno a due ipotesi. Una è che siano stati i Sicani. L’altra ipotesi è quella secondo cui a edificare le piramidi siano stati una delle tribù che componeva il variegato gruppo noto comei “Popoli del Mare”. Un aspetto infatti interessante è che le circa quaranta piramidi individuate risulterebbero appartenere non solo a una stessa epoca, ma anche a una medesima civiltà, per via delle comuni caratteristiche: la pietra lavica, la cura nel levigare gli angoli, la stessa disposizione spaziale, le rampe o scale d’accesso che giungono sino alla cima con vista privilegiata verso le sommità dell’Etna. Se osserviamo una cartina è interessante notare come le piramidi formino un cerchio che avvolge il vulcano. Che si tratti di una serie di monumenti di un antico culto dedicato ad esso?Ma ognuna di queste ipotesi, come lo studio sulle piramidi, meriterebbe di essere approfondito, purtroppo sino ad oggi non ci è stato concesso. Mancanza di fondi, diffidenza, poca disponibilità da parte di quei privati cittadini, che trovandosi all’interno del proprio terreno una piramide o parti di essa, temono un intervento da parte della Soprintendenza.