di Carlo Majorana Gravina
Catania e la Sicilia avrebbero potuto essere all’Expo 2015 di Milano sin dal principio, con una presenza virtuale intelligente e di prestigio, attivando la bella struttura realizzata dalle imprese R.T.I. Jonica 2001 psc e Layer spa, su progetto del segretario nazionale In/Arch (Istituto nazionale di architettura) Franco Porto.
L’impianto, situato all’interno dell’area demaniale comunale ex mercato ortofrutticolo, consta di sette moduli, definiti isole tematiche, con funzioni promozionali e didascaliche per illustrare la specialità delle produzioni siciliane di nicchia sotto diversi aspetti: promozione, sicurezza alimentare, alimentazione e salute, gastronomia, mercato, networking, servizi.Si può navigare tra queste isole seguendo un percorso interno guidato, o esterno libero; esposizione di prodotti collaterali artigianali e offerta turistica completano la tematica ed aprono ad orizzonti più ampi.
L’isola della promozione coniuga prodotti, territorio e cultura evidenziando tipicità e differenze di vere e proprie “isole climatiche” in virtù delle quali si definiscono IGP, ma anche paesaggi, modelli abitativi e strutture produttive.
Nella sola provincia di Catania ricadono due patrimoni dell’umanità Unesco e ben sei isole climatiche con produzioni e ambienti tipici sino ad una certa epoca differenti tra loro: Acireale-Giarre, Paternò-Adrano-Biancavilla, Etna sommitale, Etna pedemontana, Piana e Calatino, in parte coincidenti col cosiddetto distretto del Sud-Est che include il Siracusano e il Ragusano, titolari di produzioni e preparazioni gastronomiche riconosciute tra le più elette e raffinate d’Europa; nell’Isola ancora gli altri siti Unesco del Messinese, Agrigento, Palermo, Trapanese, “isole minori”.
“Sicily’s food&culture village-arcipelago” sarebbe in condizione di illustrare percorsi di specie ed essenze colturali autoctone o pervenute nei secoli in Sicilia, le mutazioni genetiche avvenute, le rispettive ottimizzazioni date dal clima e dall’ambiente.
Le isole Sicurezza alimentare e Alimentazione e salute assumono valenza straordinaria in rapporto alla vasta diffusione di intolleranze alimentari e patologie metaboliche in Occidente, ma anche in considerazione delle abitudini alimentari di turisti e delegazioni provenienti dal medio ed estremo Oriente. Gastronomia si raccomanda da sé per la larga diffusione di chef di cucina siciliani nel mondo, in sedi prestigiose. Networking infine è una finestra sul mondo e del mondo oggi irrinunciabile e, nell’ipotizzato raccordo con Expo 2015, un modo originale e qualificato per esserci.
La prestigiosa struttura, nel Patrimonio del Comune di Catania sin dal 2008, è viceversa destinata ad essere l’ennesima cattedrale nel deserto: l’Amministrazione comunale non intende provvedere all’apertura e al lancio; ignora colpevolmente la coincidenza con Expo 2015; fa dire all’assessore alle attività produttive Mazzola “riteniamo che in questo momento non vi siano le condizioni per l’apertura. Il padiglione sorge in un’area di 58.000 metri quadrati in un contesto molto degradato”; l’Amministrazione al più alto e qualificato livello tace e non avvia l’opportuna interlocuzione con la Regione; produttori e imprenditori evitano l’argomento. Una delibera ora è arrivata in giunta: che ne sarà?
Avranno trovato i treni più svelti per Palermo dopo il crollo del ponte dell’autostrada, ma il treno che porti la Sicilia all’Expo e nel mondo no.
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Attingendo al POR Sicilia 2000/2006, sottomisura 5.01.a, PIT 35 “Catania città metropolitana”, l’assessorato regionale alla “Cooperazione”, oggi “Sviluppo economico”, il 15 ottobre 2004 ha finanziato il comune di Catania con € 4.752.000,00 per realizzare il “Centro fieristico dell’ex mercato ortofrutticolo S. Giuseppe la Rena – 1° modulo agroalimentare”. I lavori furono intrapresi nel 2006 e consegnati collaudati nel 2008.
Le successive amministrazioni comunali hanno ignorato, sino a poco tempo fa, l’esistenza di questa pregevole opera, poiché l’ufficio progetti speciali del Comune che aveva gestito e condotto in porto l’operazione fu smantellato e azzerato dall’oggi al domani e non si sa dove siano finiti i documenti in suo potere. L’Amministrazione, solo di recente, ha provveduto alla sorveglianza di un manufatto, già acquisito al Patrimonio, sino a quel momento abbandonato agli atti vandalici e al degrado.
Regione e Comune dovrebbero stabilire velocemente tempi e modi per rimettere sui binari e dar l’abbrivio ad una struttura che darebbe valido supporto alle attività di servizio e alle produzioni siciliane, mettendo a disposizione del mercato globale, in rete, informazioni di rilevante interesse per gli operatori dei vari settori per i quali è sorto “Sicily’s Food Village Arcipelago”.
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