di Fabio Cantarella
Solidarietà ad Enzo Bianco. Ci mancherebbe, è a dir poco un gesto scontato e come tale però neppure avrebbe dovuto suscitare tutto il clamore di ieri e oggi. Si sono scritti fiumi di parole su una vicenda resa oltremodo banale dalla superficialità di ciò che i protagonisti, e per protagonisti intendo anche quella parte del sistema istituzionale che il pugno non l’ha materialmente preso in faccia ma, di fatto, se l’è sentito. Sì, dichiarazioni di solidarietà non solo scontate e superficiali (come quelle dell’amico mio che stimo tanto, on. Nello Musumeci, e dell’ex amico mio on. Salvo Pogliese, ma anche della incoerente redazione di ienesicule che addirittura s’è inventata un banner per esprimere solidarietà: avrei preferito lo si fosse fatto in passato per vicende di maggiore rilevanza sociale) ma pure banali di personaggi che forse neppure hanno ben messo a fuoco il vero nocciolo della vicenda.
Certo, il sindaco di Catania, Enzo Bianco, è senza dubbio vittima del gesto del 43enne aggressore: ma siamo sicuri che lo stesso aggressore non sia anch’egli vittima di un sistema, di cui il sindaco Enzo Bianco è parte integrante, che avrebbe dovuto ascoltarlo, curarlo, tutelarlo, seguirlo e in ultima analisi mettere nelle condizioni di non nuocere al prossimo? Penso questo, in quanto ho letto da più parti che l’aggressore sarebbe un soggetto con problemi psichici già in passato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio (TSO), così scrivono per esempio gli amici di livesiciliacatania.it dopo essersi affrettati ad esprimere solidarietà al sindaco ferito (http://catania.livesicilia.it/2014/11/19/picchiato-enzo-banco-sotto-casa-arrestato-laggressore_318036/).
Però, a modestissimo parere dello scrivente, le riflessioni che noi tutti avremmo dovuto fare sono ben altre. L’aggressore già sottoposto a TSO in passato da quale servizio pubblico è stato seguito sino al momento dell’aggressione? Chi si è sincerato delle necessità dell’aggressore con difficoltà mentali e del suo reintegro sociale? Perché, uno che ha problemi psichici a volte fa cose che esulano dalla propria volontà e se avesse un momento di piena lucidità chiederebbe aiuto affinché non arrecasse nocumento al prossimo. E’ così? Chi doveva seguirlo quindi: l’Asp? I Servizi sociali del Comune? Chi? Perché qui si potrebbe configurare il caso della vittima che è vittima in parte del proprio operato (o non operato).
E poi, altra questione che a umile avviso dello scrivente meritava un piccolo approfondimento, anche di striscio magari, è quella di chi aveva il compito di proteggere Enzo Bianco. Possibile che un soggetto con problemi psichici, come si è scritto dappertutto, possa giungere tanto vicino ad un soggetto scortato da sferrargli un pugno al volto? Possibile, aggiungo, che un soggetto con problemi psichici che dovrebbe essere arcinoto al sistema Comune di Catania in quanto oggetto di TSO in precedenza (per la cronaca il TSO lo firmano il capo della Municipale e lo stesso sindaco) possa essere non attenzionato a tal punto da consentirgli di avvicinarsi così vicino ad un sindaco scortato da sferrargli un pugno in pieno volto?
Infine, un’ultima considerazione vorrei farla dopo essermi scusato con voi e con me stesso per aver dedicato 20 minuti ad una vicenda che a mio avviso non lo merita. Qualcuno ha scritto che l’episodio dell’aggressione, giusto quello che ho descritto sopra, avrebbe prodotto l’effetto di far raddoppiare la scorta al primo cittadino. Non so se tale notizia corrisponda al vero, mi sento di dire, però, che se fosse vera sarebbe inaccettabile. Mi rifiuto anche di pensarlo che l’aggressione da parte di un soggetto con problemi psichici possa sortire il raddoppio della scorta a chicchessia. In barba a uomini che ogni giorno, da soli, affrontano la criminalità organizzata senza la minima protezione. E su tutti in questo momento mi sento di citare il dott. Claudio Risicato, presidente dell’Associazione Antiracket e Antiusura Rocco Chinnici che sino alla settimana scorsa ho incontrato in Tribunale a Catania mentre si costituiva parte civile in un processo contro alcuni potenziali delinquenti denunciati da commercianti. Ecco, vi chiedo solo di evitare di offendere l’intelligenza e il lavoro di persone serie come Claudio Risicato. Poi per il resto potete scrivere o dichiarare quello che volete, ormai è tutto un teatro all’aperto.
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