Truffe alle finanziarie e droga: maxi operazione delle Procure di Catania e Agrigento. Impegnati oltre 300 uomini dell’Arma

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di iena truffata

Un’ importantissima operazione, svolta in sinergia dalle Procure di Agrigento e Catania, sta impegnando oltre 300 militari dell’Arma che stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di diversi soggetti che risultano indagati perché ritenuti membri di un sodalizio criminale dedito al traffico di droga e alle truffe ai danni delle finanziarie.

Il provvedimento sta interessando le province di Agrigento, Catania, Palermo, Siracusa ed Enna. Si tratta di un’indagine avviata nel 2009, dalla Compagnia dei Carabinieri di Licata, sull’attività dello spaccio di droga (dalla cocaina all’ecstasy, ma anche relativa al traffico delle pericolose anfetamine) che, secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbe stata acquistata presso grossisti del catanese vicini a componenti del clan mafioso dei Laudani.

A condurre le indagini, come dicevamo, sono sia magistrati della Procura di Agrigento, con il sostituto Luca Sciarretta e l’aggiunto Ignazio Fonzo, che pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Catania, come il dott. Lucio Setola, magistrato tra i più preparati e coraggiosi. L’ordinanza è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Catania, Santino Mirabella, su richiesta, come dicevamo, del sostituto della Dda Lucio Setola, coordinato dal procuratore Giovanni Salvi e dall’aggiunto Marisa Scavo, altro magistrato di spicco in forza alla Procura etnea.

Per quanto è trapelato al momento, grazie alle indagini si sarebbero scoperte truffe ai danni delle finanziarie per centinaia di migliaia di euro, escogitate ricorrendo a documenti d’identità e buste paga falsificati. I finanziamenti venivano richiesti anche per l’acquisto di generi di largo consumo di modico valore economico come per esempio elettrodomestici. I beni di consumo erano spesso rivenduti al mercato nero, per procurarsi soldi da investire nel traffico di sostanze stupefacenti.

Per quanto concerne il traffico di droga si è accertato che la merce acquistata dai centri di smistamento catanese veniva poi venduta nei locali notturni di Catania, Giardini Naxos e Taormina, fino a giungere a Roma e Rimini. Un particolare ricostruito grazie al capillare lavoro dei carabinieri della Compagnia di Licata.

Per nove degli indagati il Gip Mirabella ha disposto l’obbligo di firma e che debbano fare rientro a casa entro le ore 21 e non uscirvi prima delle ore 8, mentre sono ben 26 i destinatari dell’ordine di custodia cautelare in carcere (elenco che vi riportiamo in ordine alfabetico): Gaetani Annatelli, Angelo Arcidiacono, Antonino Arcidiacono, Francesco Balsamo, Mario Barone, Santo Bonanzinga, Michele D’Amico, Andrea Concetto Daninelli, tutti di Catania; Antonino Giarrana di Agrigento; Giuseppe Giuntalia, Giovanni Lucio Grasso e Carlo Lazzaro anch’essi di Catania; Salvatore Mangione di Vittoria ; Alessandro Marotta, di Licata; Giuseppe Daniele Nocita, Enza Pace, Giuseppe Pace di Catania; Carmelo Prato di Agrigento; Giuseppe Rapisarda di Augusta; Giuseppe Ruscica di Catania; Salvatore Carlo Sammartino di Canicatti; Claudio Salvatore Sciuto di Catania; Valeria Spanò di Catania; Fabio Sparacino di Acireale; Dario Trigona di Licata e Gaspare Gaetano Trigona Licata.

In 17 sono invece finiti agli arresti domiciliari: Giuseppe Ballacchino di Gela ; Salvatore Castorina di Catania; Nicolò Curella di Licata; Luca Ferlito di Catania; Antonino Fiocco di Catania; Domenico Giuntalia di Catania; Alessandro Grancagnolo di Catania; Antonino Incorvaia di Licata; Domenico La Cognata e Vincenzo Lo Vacco di Licata; Carmelo Marino di Licata, Dario Mazzara di Siracusa; Antonino Gaetano Mercia di Linguaglossa; Carmelo Antonio Morello di Licata; Salvatore Morello di Licata; Ottavio Pezzino di Catania e Claudio Turri di Catania.

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Redazione Iene Siciliane

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