di iena assonnata marco benanti Preso dalle sue quotidiane “direttrici di vita” (il libretto degli assegni e il santino di Sant’Agata) il catanese”sperto” forse non vede alcune cose. Alcune cose evidenti, palesi, e anche un po’ ridicole. Quelle che accadono a Palazzo e nell’amministrazione pubblica. Malgrado la “visione onirica-mediatica”, Catania continua ad essere una “città […]
“Tsunami” politico-giudiziario a Catania: Enzo Bianco e la sua giunta rinviati a giudizio
Pubblicato il 12 Marzo 2021
di iena marco benanti.
Le “avvisaglie” c’erano tutte, nonostante le rassicurazioni, o forse le speranze, di qualche “addetto ai lavori” un po’ troppo ottimista. E stamattina si sono manifestate in tutta la loro crudezza. Non è ancora mezzogiorno quando le agenzie di stampa “battono” la notizia del rinvio a giudizio, disposto dal gup Pietro Currò, di Enzo Bianco e della sua giunta con l’accusa di falso ideologico in riferimento al buco di bilancio del Comune di Catania.
Un vero e proprio “tsunami” politico-giudiziario che travolge un’intera classe dirigente. 29 gli imputati, tra politici e revisori dei conti, tutti nomi di “peso” della politica catanese: Tra questi, oltre a Bianco, anche l’ex comunista italiano Orazio Licandro, e l’ex segretario Cgil e attuale segretario del Pd Angelo Villari: “Bianco e tutta la sua giunta sono appena stati rinviati a giudizio – scrive la giornalista Debora Borgese – per il buco di bilancio al Comune di Catania. Dovranno difendersi da accuse molto gravi e cioè per falso ideologico. Ora, che la giustizia arrivi prima della politica è un fallimento per tutti. Va certo salvaguardata la presunzione d’innocenza ma questo rinvio a giudizio rappresenta la bocciatura di un’intera classe politica che ancora cerca spazi rivestendo cariche politiche, la stessa che ha portato la città al baratro. Adesso, dicevamo, dovranno rispondere alle accuse e difendersi ma, nel frattempo, dignità politica vorrebbe che chi riveste cariche si dimetta.”
A rincarare la dose ci pensa Nunzio Di Stefano, militante del Pd di Belpasso – sottoposto a “processo” (non penale ma di partito) con l’accusa di “leso villarismo” – che da tempo chiede le dimissioni del segretario Pd Angelo Villari: “Non mi interessa – dice Distefano – l’aspetto giudiziario, né mi compete. Parliamo quindi di politica, perché insisto nel dire che il Pd in provincia di Catania debba essere lasciato libero da Angelo Villari di farla, la politica. Mentre lui, Bianco e chi altri se la sbrigano in tribunale. Tutti da cittadini e non già qualcuno anche da massimo dirigente provinciale di un Partito nel quale avrei difficoltà a rinnovare la tessera. Faccia quindi un passo indietro, di lato, di sotto o di sopra, ma svincoli una intera comunità politica dal destino personale dell’uomo.
Al quale auguro ogni bene e tutte le fortune ma, come direbbero a Oxford, a due palmi dal culo del Pd, almeno fino a quando sarà un poco anche il mio”. Villari, leader indiscusso dell’area Pd-Cgil, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe dimettersi nelle prossime ore, dopo aver partecipato, domani, all’assemblea nazionale che dovrebbe “incoronare” il nuovo segretario Enrico Letta: “Prendo atto – scrive l’ex assessore Villari su Facebook – con il rispetto di sempre, della decisione presa oggi dal giudice dell’udienza preliminare. Sono certo che presto si potrà dimostrare la correttezza dell’operato mio e di tutta la giunta davanti alla magistratura”. Tra gli attestati di solidarietà a Villari, sotto il post pubblicato su Facebook – spuntano gli “abbracci”, oltre a quello della dirigente Spi-Cgil e inseparabile “partner” politica di Villari, Concetta Raia. di due componenti della segreteria Cgil, Giuseppina Rotella e l’ex Cisl (assunta da Villari in Cgil), Rosaria Leonardi: “Sempre fiduciosi Angelo, un abbraccio”, commenta Leonardi. Ma gli effetti dello “tsunami” potrebbero non finire qui.
A rischiare la “poltrona” potrebbe essere ora anche il segretario della Cgil Giacomo Rota, massimo sostenitore della giunta Bianco. Anche lui potrebbe trarre le conseguenze, e dimettersi, nei prossimi giorni: “Rota è stato parte del “blocco di potere” che oggi viene mandato a processo, – dice un attivista sindacale -, lo ha sostenuto fino alla fine e oggi non può far finta di niente. Non ci sono solo le responsabilità giudiziarie, che verranno accertate, ma anche quelle politiche, Rota dovrebbe essere conseguente e dimettersi”. Su Facebook, intanto, Enzo Bianco abbozza una prima difesa: “Prendiamo atto – scrive – con il dovuto rispetto, della decisione del giudice dell’udienza preliminare. Avremo modo, presto, di dimostrare l’ASSOLUTA CORRETTEZZA del comportamento mio e della Giunta davanti al Tribunale”.
Intanto si attende per i prossimi giorni il verdetto della corte dei conti regionali sull’accoglimento o meno del ricorso presentato da Bianco e dagli assessori della sua giunta contro la condanna all’interdizione, per dieci anni, dai pubblici uffici. La prima udienza del processo penale è fissata per il 16 settembre 2021.
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