Marsala – 6 maggio 2022. “Siamo chiamati a ricostruire, tutti insieme, il nostro futuro, il futuro delle nostre imprese. E’ un periodo storico in cui, oltre a riaffermare le ragioni della libertà, della democrazia e del diritto internazionale, come dice il nostro presidente nazionale Carlo Sangalli, è fondamentale fronteggiare sfide straordinarie che richiedono flessibilità delle politiche di bilancio e sostegno degli investimenti”. E’ quanto ha detto il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, dando il via ai lavori della Prima conferenza di sistema tenutasi a Marsala aperta dall’Inno nazionale. “Un futuro difficile ma che non deve farci paura – ha aggiunto Manenti – un futuro che ci vedrà impegnati anche a gestire e controllare le opportunità che derivano dalle politiche tradizionali di coesione insieme a quelle di ambito europeo. Ecco perché diciamo che si rende necessario un metodo di lavoro stabile, strutturato e condiviso con le parti sociali che ci faccia diventare i protagonisti del domani”.
Alla Prima conferenza di sistema, moderata dal giornalista e scrittore Giacomo Di Girolamo, sono arrivati i saluti, attraverso un videomessaggio, del presidente nazionale Carlo Sangalli che si è complimentato per l’iniziativa avviata sottolineando che “le persone del nostro sistema hanno bisogno di incontrarsi per guardare con maggiore fiducia al futuro e, soprattutto, per costruire”.
Hanno partecipato il vicepresidente della Regione Sicilia, Gaetano Armao, con l’assessore regionale delle Attività produttive, Mimmo Turano, che hanno fornito la propria disponibilità ad avviare un percorso congiunto con Confcommercio Sicilia per sviluppare i piani strategici di crescita sfruttando al meglio le risorse del Pnrr. I saluti iniziali sono stati da parte del sindaco di Marsala, Massimo Grillo. Sono intervenuti la vicepresidente Confcommercio nazionale Patrizia Di Dio, il segretario generale Confcommercio nazionale, Luigi Taranto, il presidente provinciale Confcommercio Trapani, Pino Pace, che è anche presidente Unioncamere, il presidente provinciale Confcommercio Catania, Piero Agen, che è anche presidente della Camera di Commercio del Sud Est, i quali, dai rispettivi punti di vista, hanno evidenziato la necessità di ridare slancio all’azione politica, attuando un piano straordinario di strategie sinergiche che si rendono necessarie per garantire quell’azione di sviluppo che, dopo due anni di pandemia e dopo le attuali tensioni internazionali, cioè dopo una grave crisi a cui si è aggiunta un’altra grave crisi, dovrà cercare di fare recuperare il terreno perduto.
Poi le relazioni degli esperti. La prima si è concentrata sul turismo e sulla reputazione della Sicilia. Il “destination reputation index” classifica il settore alberghiero isolano con un indice pari al 7,9, l’extra alberghiero con l’8,1, le attrattive all’8,7 e la ristorazione all’8,3. Le indicazioni arrivano da Josep Ejarque, esperto di Destination management e Destination marketing. Per quanto riguarda altri fattori, la Sicilia risulta essere, nella scala di indici da 0 a 100, a quota 90 per mangiare e bere, 85 per l’accoglienza, 82 per attrattive, 75 per mare e spiagge, 70 per alloggio e convenienza ma si arriva, com’è facilmente intuibile, a 50 per quanto riguarda i trasporti. Con riferimento, invece, alla distribuzione provinciale dei posti letto, primeggia, nel settore alberghiero, con 31.885 unità (pari al 25,4%) e nel settore extralberghiero con 17.779 unità (pari al 20,4%) la provincia di Messina; seguono Palermo (26.290 nell’alberghiero e 13.817 nell’extralberghiero), Trapani (17.325 alberghiero e 15.685 extralberghiero), Siracusa (12.466 alberghiero e 7.505 extralberghiero) e Catania (12.071 alberghiero e 11.312 extralberghiero).
Altro dato interessante è quello che riguarda le destinazioni turistiche competitor della Sicilia: a Malta gli arrivi nel 2021 sono stati 1 milione (permanenza media 8,7 giorni), 660mila nel 2020 (7,9 giorni di permanenza media) e 2,7 milioni nel 2019 (7 giorni di permanenza media. Nelle Baleari gli arrivi nel 2021 sono stati 8,7 milioni (permanenza media 5,1 giorni), 1,7 milioni nel 2020 (4,1 giorni permanenza media) e 13,7 milioni nel 2019 (5,6 giorni). In Sicilia, gli arrivi nel 2021 sono stati 2,5 milioni (permanenza media 3,5 giorni), 2,2 milioni nel 2020 (3,4 giorni) e 5,1 milioni nel 2019 (3,1 giorni). Ejarque affronta anche la prospettiva del turismo post-Covid: destinazioni vincenti propongono e offrono benefici personali al turista e fanno leva sul perché, sull’esperienza nella destinazione; destinazioni in stallo propongono prodotti, facendo leva sul “cosa”, cosa fare nella destinazione; destinazioni perdenti, invece, propongono il territorio, fanno leva sul vedere. Neanche nel 2022 il turismo potrà ridiventare normale. Una nuova normalità è attesa, invece, nel 2023.
In relazione allo scenario del turismo per la Sicilia, il Covid non è stato un “disruptor” ma ha accelerato le tendenze già in atto: un mercato dell’incoming diverso, una domanda turistica diversa, comportamento d’acquisto diverso, un customer journey variato, comportamento dei turisti in destinazione diverso.
Dalla relazione di Andrea Appetecchia, responsabile Osservatorio logistica e trasporto merci dell’Isfort, l’analisi riguardante le infrastrutture nell’isola: l’attraversamento dello Stretto rimane un vincolo competitivo rilevante. Per 3 modalità su 4 la Sicilia è sostanzialmente tagliata fuori dalle principali direttrici di traffico, per non parlare del fatto, poi, che all’interno del contesto siciliano si avverte un grave squilibrio tra quadrante Nord orientale e quadrante Sud occidentale, uno squilibrio che non è confermato del tutto dalle vocazioni produttive. La Sicilia ha decisamente puntato sul quadrante Nord orientale (Palermo, Messina e Catania). Ma c’è il paradosso che i distretti produttivi della Sicilia non sono tutti collocati nel quadrante Nord orientale, come i sistemi locali a vocazione agricola dell’Agrigentino o del Ragusano o i sistemi locali della petrolchimica e della farmaceutica del Siracusano.
Gli squilibri regionali sono dati: da un sistema autostradale frammentato e bisognoso di una profonda opera di manutenzione; da un sistema ferroviario che deve avvicinare l’alta velocità al fine di potere connettere Reggio/Villa a Roma in tre ore e quindi le città metropolitane siciliane utilizzando navi ro-ro per ridurre nell’immediato i tempi di attraversamento e potere ottenere un collegamento Palermo-Roma in meno di cinque ore in presenza di attraversamento stabile, come il Roma-Torino; dal sistema portuale che, a partire dai tre grandi porti commerciali di Augusta, Palermo e Messina deve essere potenziato nelle infrastrutture fisiche lato mare e lato terra.
“Queste indicazioni – sostiene il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti – ci servono per capire quali dovranno essere le strategie da attuare nel breve e medio periodo. Non possiamo più perdere tempo. E anche con il supporto delle istituzioni dobbiamo essere in grado di attivare delle linee strategiche univoche per garantire le risposte che il nostro settore, ma direi l’economia in generale, si attende”.
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