Una sala del dopolavoro ferroviario all’incontro catanese con la candidata Schlein alla segreteria nazionale del Partito democratico. Si, sembrava proprio così, erano presenti i pensionati e i riservisti delle “truppe barbagaliane”: un evento emozionante quanto una “battuta satirica” della Littizzetto o di Checco Zalone. Insomma, il vuoto.
Ecco, allora, i “big” presenti in questa pagina (datata 3 febbraio 2023) della banalità “politica” di questi tempi bui:
Giovanni Barbagallo, ex plurideputato post democristiano in pensione (la Prima Repubblica in prima fila), la nuova segreteria Leone mossa dal “verbo barbagalliano” dopo la sua nomina (Anthony onorevole), e la neo deputa regionale Saverino, legata sempre più agli “ordini barbagalliani”, dopo che Anthony gli ha “regalato” il seggio regionale optando per Roma.
Provenzano Giuseppe, che di Barbagallo Anthony è alleato, che prova a spiegare alla platea perché il PD deve cambiare, da persone come lui che, da vice segretario nazionale, lo hanno fino ad oggi guidato.
Poi alcuni “tirapiedi di passaggio” o simili, fulminati da nuove “scelte di vita”: Jacopo Torrisi ormai agli “ordini barbagalliani”, dopo aver mollato Villari, Raia e Rota (dopo anni di sponsorizzazioni politiche e di incarichi).
E gente prestata ad ascoltare la candidata di Dario Franceschini, uno che da sempre ha gestito il Partito democratico, facendo il bello e il cattivo tempo, che ha sempre fatto le liste elettorali nazionali e che nei governi PD è sempre stato ministro.
La Schlein bravissima a raccontare il libro dei sogni, a narrare una società che non esiste (soprattutto guardandola da Sud), a parlare di diritti (tra civili e sociali) senza aver frequentato davvero le periferie delle città italiane. Insomma, il solito “ceto medio riflessivo” che vive in mondi paralleli, cianciando di diritti in un paese dove la magistratura è di fatto un’emergenza quotidiana, visti i danni che produce sulla vita dei cittadini.
In tutto questo Anthony Barbagallo gongola, si sente “imperatore” o quasi di questo PD in sedicesimi, tardo democristiano.
Qualcuno già sussurra che sia pronto a riciclarsi con il nuovo segretario nazionale che vincerà il congresso: “partito al grido Schlein segreteria, è già pronto a gridare viva Bonaccini”, alla prima curva utile si intende.
Intanto, sullo sfondo il candidato del centrodestra pare ormai essere Ruggero Razza (per informazioni, chiamate Jacopo Torrisi, magari allo studio professionale…).
Razza dimostra plasticamente l’inconsistenza politica di Enzo “Primo della Classe” Bianco. Nello Musumeci propone il suo erede. Bianco sè stesso per la sesta volta. Senza mai stancarsi… senza che nemmeno il tempo riesca a dargli una lezione.
Tutto il resto è noia diceva il maestro oppure satira, rideteci su che è meglio.
iena marco benanti.
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