Un bilancio per Catania più negativo che positivo. E’ questo il giudizio che il segretario territoriale della Ugl etnea, Giovanni Musumeci, ha espresso durante il consueto incontro di fine anno con i quadri sindacali non nascondendo preoccupazione per il futuro, ma anche un pizzico di speranza. “Il 2022 per la città è stato un anno orribile sotto vari punti di vista, a partire da quello amministrativo. Catania non ha più un anima né di genere politico, né di prospettiva tecnica, ma si è rassegnata a tirare a campare. Sul piano del lavoro i posti persi non sono stati affatto compensati dalle assunzioni effettuate e l’arrivo di nuove opportunità ancora non è tale da soddisfare la richiesta e le potenzialità del territorio. Si continua a piangere, purtroppo, per le numerosi morti bianche e si stenta sempre ad effettuare i giusti controlli sulla sicurezza e per l’emersione del nero, a causa dell’atavica carenza di personale addetto. Per quanto riguarda l’aspetto sociale, Catania è fortemente ancorata al modello del Reddito di cittadinanza, mentre le periferie sono abbandonate a sé stesse ed anche il centro città sta rischiando di diventare una enorme zona d’ombra. E’ sparito il legame con il resto della provincia, se non quello legato al traffico e ad una mobilità ormai antiquata. Non c’è più – aggiunge Musumeci – sinergia tra politica, amministratori, parti sociali, stakeholders e cittadini, poiché la autoreferenzialità ha preso il sopravvento. Le aspettative che, nel tempo, abbiamo immaginato per la città, alla fine sono state disattese e ci ritroviamo da decenni a parlare sempre delle stesse cose. E’ vero qualche piccolo spiraglio di luce si è visto, in particolare riguardo all’arrivo di fondi, finanziamenti e investimenti da parte di aziende multinazionali, ma è troppo poco per una realtà che dovrebbe (aldilà delle classifiche) e potrebbe viaggiare su altri livelli, offrendo ai suoi lavoratori qualcosa di concreto. Il 2023 che ci apprestiamo ad accogliere per Catania rappresenterà un bivio: da una parte ci sarà il guado prima del baratro, dall’altra c’è la possibilità di rilancio. La prima soluzione – fa notare il sindacalista – è a portata di mano, considerate le attuali condizioni, ma la seconda è una sfida comune che si può e, a nostro avviso, si deve affrontare per non consegnare Catania all’oblio. E’ una linea sottile che separa i due mondi, ma fortemente significativa del momento che stiamo vivendo, anche in previsione della scelta dei nuovi organi di Governo comunale. E ci auguriamo che anche per la Città metropolitana ci possano essere rilevanti cambiamenti in riferimento alla governance, con un ritorno alla politica e alla democrazia elettorale. Abbiamo parlato per anni di ultimo treno, ma che anche questo è già passato da un pezzo non ci resta che rincorrere, se davvero lo vogliamo, sforzandoci in tutti i modi di mettere davvero al centro Catania e non noi stessi. Abbiamo smesso oramai di appassionarci alle lotte di parte, perché oggi crediamo ci sia estremo bisogno di persone di buona volontà e fattive a prescindere da qualsiasi colore politico. Siamo però fortemente contrari agli esperimenti, perché la città non deve essere terreno di alchimie per far piacere a qualcuno. Vogliamo una Catania funzionante, sicura, ordinata, laboriosa e capace di guardare al futuro, non più un contesto costantemente chiamato a risorgere dalle sue ceneri – conclude Musumeci. Questo è il nostro augurio per il nuovo anno e come Ugl, anche nel 2023, non ci sottrarremo al confronto per il bene di Catania.”
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