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Un catanese di destra ha scritto la biografia di un catanese di destra, quindi?
Pubblicato il 29 Giugno 2020
di Marco Iacona
C’è una polemica in corso, perché l’Anpi e non so chi altri chiedono le dimissioni di Nello Musumeci da presidente della Regione dato chenel 1986 ha scritto un volume su Filippo Anfuso uomo e politico, con prefazione di Francesco Grisi, già candidato allo Strega. Non ho alcun interesse a difende Musumeci, l’uomo peraltro si è sempre mostrato per bene. Il politico non mi è quasi per nulla affine; come scrittore lo citai più volte, solo perché autore di un volumetto interessante sulle origini del Msi a Catania che poco o nulla ha a che vedere col mio. Non sono avvocato di nessuno, mestiere che mi affascina punto. Vorrei però chiarire alcune cose. Filippo Anfuso, fratello del noto “Ciccino” ispiratore di lavori brancatiani è un borghese – figlio di avvocato viagrandese – che fa carriera nel fascismo, giornalista, scrittore, diplomatico e sottosegretario, più volte in missione durante la guerra di Spagna (Sergio Romano scrisse che la vittoria dei nazionalisti evitò che l’Europa fosse stretta in una morsa comunista, e io leggo Romano volentieri).
“Repubblichino” come per esempio Dario Fo o Raimondo Vianello, e ambasciatore a Berlino, fu incarcerato quindi regolarmente processato per fatti perfettamente noti e assolto; in età repubblicana fu parlamentare missino esperto in politica estera – europeista – e autore di discorsi in aula entrati di diritto nella storia dell’arte oratoria del suo partito (ne possiedo qualcuno, devo denunciarlo?). Battibeccò con Pajetta più volte (Pajetta è quello che se ben ricordo diede del coglione a Che Guevara). Morì a Montecitorio proprio mentre parlava. I libri di Anfuso (non tantissimi) furono pubblicati anche da Garzanti (collana: vita vissuta), la grande casa editrice esperta in gialli internazionali, di Bigiaretti, di Pasolini e di tanti altri. Mi chiedo come mai, ci si accorga adesso di questo libro scritto da ovvio “simpatizzante” da Musumeci. Il revisionismo storico si basa sull’ acquisizione anche fortuita di fatti sconosciuti od anche sulla formulazione di nuove ermeneutiche in grado di far apparire eventi storici, anni dopo, in una nuova luce. “Processare” Anfuso e Musumeci non è un atto di revisionismo e fa semplicemente ridere. Il libro di Musumeci è di 34 anni fa, pubblicato da Cespos sede a Catania in piazza Spirito Santo (dove c’è il meraviglioso chiosco dello “zio” Carmelo Costa), ed è un libro ben conosciuto, visibilissimo e circolante. Io stesso ne possiedo due copie.
La storia e le idee di Musumeci sono ben note, la sua carriera politica trasparente. Uomo di destra e almirantiano, storico e fortunato presidente della Provincia negli anni della primavera catanese, stimato anche dagli avversari politici, votatissimo per il suo modo di presentarsi (non privo di eleganza, colto e orgogliosamente uomo di campagna) ed è apprezzato anche per le sue idee. Autore ultimamente di una storia fotografica del Msi regionale, ha scritto una biografia su Anfuso, catanese agiato di via S. Gaetano alla Grotta, di cui mi dicono ci sia anche una via a Catania. Il contenuto del libro è sintetizzabile in una frase “Anfuso difensore degli interessi italiani”, il tema non solo non è mai stato occultato ma è eventualmente intuibile anche da chi non lo ha letto. In definitiva, un catanese di destra ha scritto su un catanese di destra. Quindi?
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