di Carlo Majorana Gravina
Nel volgere al termine di questo terribile anno bisesto – anno funesto vorrei svelare ai miei undici lettori (A. Manzoni) pensieri e riflessioni suscitate in me dallo svolgersi/evolvere degli eventi ai quali abbiamo assistito perlopiù ristretti ai domiciliari.
Sulle prime mi è apparsa una scena che miscelava due dei romanzi di Guido Morselli: “Roma senza Papa” e “Dissipatio H. G.” dove H. G. è l’acronimo di Humani Generis, con la differenza che, mentre Morselli immaginò un mondo dopo l’esplosione della bomba atomica, la nostra realtà è stata ‘dissipata’ da un virus, davanti al quale le armi chimiche di Assad fanno brutta figura, con la non irrilevante differenza che queste, rispetto al virus, possono e debbono essere dirette e calibrate.
Di testo in testo, di memoria letteraria in memoria letteraria, guardando agli accadimenti di casa nostra, le reiterate apparizioni in video dell’attuale presidente del Consiglio dei Ministri mi hanno riportato ai versi de “Il re travicello” di Giuseppe Giusti – come dire di Giuseppi in Giuseppe – per poi attraversare il Tevere e osservare gli accadimenti vaticani filtrati dal brindisi “Il papato di prete Pero”.
Giusti, esponente orgoglioso e ferace della cultura toscana, proprio in questo brindisi prende aprestito cita un autorevole illustre personaggio conterraneo, quel Francesco Redi (1626 – 1697), medico naturalista, fondatore della biologia sperimentale, padre della parassitologia moderna, considerato uno dei più grandi biologi di tutti i tempi, che si dilettava e cimentava anche nel campo delle lettere (ricordiamo il “Bacco in Toscana”). Recentemente gli è stato dedicato un cratere di 62 km di diametro sul pianeta Marte.
Il prete Pero è in alcuni suoi versi: Prete Pero era un Maestro, / Che insegnava a smenticare, / Goffo sì, ma però destro, / Ed io era suo scolare;/ E il primo giorno ch’alla scuola andai / La costanza in Amor dimenticai.
Sui tre Papi di Giusti, fu tenuto un dotto convegno il 20 maggio 2017. Nei suoi versi satirici lui, cattolico credente di orientamenti liberali, mirando a “fare l’Italia” e “gli Italiani”, auspicava una Chiesa povera, lontana dalla politica, non ostile alla libertà di pensiero e ai diritti dell’uomo; deluso, irrise i due pontefici del suo tempo: Gregorio XVI (dileggiato anche nei sonetti del Belli) e Pio IX. Cosa scriverebbe Giusti oggi?
Se andiamo a lettere più recenti, Giovannino Guareschi portò Don Camillo fino al rango di Monsignore, mai pensò di farlo Papa. Anche lui, come Giusti, ed io, siamo rispettosi della Chiesa.
Le vicende pandemiche a livello globale, e la recente statuizione del calendario per le festività di fine anno, mi hanno riportato al magnifico saggio di antropologia sociale di Jack Goody “Il furto della storia”, nel quale si osserva come il calendario gregoriano abbia influenzato e condizionato tutto il pianeta, sino agli auguri di questi giorni fatti dall’imam di Catania.
Torniamo un attimo su Il re travicello: la trasposizione in versi di Giusti della famosa favola di Espo/Fedro, prendeva a bersaglio il Granduca di Toscana, Leopoldo II Giovanni Giuseppe Francesco Ferdinando Carlo d’Asburgo-Lorena, che fece costruire due stazioni ferroviarie a Firenze: la Leopolda e la Maria Antonia. La citazione letteraria quindi va condivisa, a mezzadria, tra l’attuale presidente del Consiglio dei Ministri e il maggior fruitore odierno della Leopolda, Matteo Renzi che le ultime cronache parlamentari rivelano travicello tanto quanto: molto fracasso, nessun atto serio.
Mosse recenti del nostro governo, hanno poi richiamato una lettura più remota: il saggio di J. P. Aron e R. Kempf “Il pene e la demoralizzazione dell’Occidente. Genealogia della morale borghese”, nel quale gli autori denunciano una vera e propria “glaciazione repressiva del sesso” avviata alla fine del Settecento, per costruire la rispettabilità borghese, dal Terzo Stato trionfatore della rivoluzione lanciato alla conquista del mondo.
Da questa accurata indagine su documenti ministeriali francesi, emerge la singolare alleanza tra Chiesa e Medicina finalizzata alla repressione sessuale, per sopperire all’inefficacia di moniti e anatemi con minacce salutistiche di malanni e morte. È un dato, la classe medica alle elezioni raccoglie molti voti.
Il cristianesimo, e le sue declinazioni di tolleranza e fratellanza, per me è l’Occidente: un’identità che va difesa strenuamente.
Sull’Occidente rileva un importante dato geopolitico: l’umanità, per secoli, ha camminato e progredito sulle gambe dei popoli alimentati a base frumentaria, a beneficio anche di quelli con alimentazione basata su graminacee che determinano una flora batterica intestinale meno efficiente, fino alle epidemie (es. pellagra). È un argomento sul quale riflettere e ragionare, senza spocchia, con pragmatismo e visione politica.
Le disposizioni governative italiane dell’anno, tendono a minare l’italian way of life, il modo di vivere degli italiani, alimentazione e ristorazione incluse: un brand, apprezzato nel mondo, non compendiabile né comprimibile in un dpcm.
Delle due uniche istituzioni che da sempre funzionano in Italia, la mamma e il caffè, è stata soppressa la seconda: sopprimere la prima sarebbe stato criminale e anticostituzionale (art. 27, 3° co.).Non resta che attendere l’Epifania che tutte le feste porta via e uscire definitivamente da questo anno bisesto e molesto, neanche tanto originale alla luce delle letture qui citate, portando via anche la festa di questo governo e della scombiccherata combriccola che lo compone, e affrontare il 2021 con animo forte, sereno e probo per il nostro meglio.
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