Questo è il mio parere su quello che sto scrivendo.
Non mi rivolgo a quella sinistra che ha più candidati e segretari di partito che iscritti, nemmeno ai candidati per il ruolo di sindaco di Catania, il mio non è un accanimento o una speculazione sulla sinistra italiana, è una riflessione sui risultati elettorali, sui sondaggi, sugli ultimi recenti fatti di malaffare di corruzione de casti e puri, una riflessione locale sul futuro sindaco di Catania.
Leggo che nella nostra città, chi studia per diventare sindaco, chi come movimento ha le carte in regola per poter indicare il sindaco, chi ha avuto un forte risultato personale alle regionali, indica nomi a lui vicini – per carità in una logica politica ci può stare – ma vorrei sottoporre la mia riflessione a chi condivide un pensiero di centro destra, a loro vorrei porre la riflessione di coraggio: anziché correre perché non diamo una possibilità vera a Salvo Pogliese, se dovesse essere assolto e se lui sia ovviamente disponibile a una sua ricandidatura.
Perché è chiaro che la sua, per tutte le vicende note della legge Severino, ricorsi contro ricorsi, riammissione, sospensione delle riammissioni, è stata una sindacatura non sindacatura, ma ha avuto il coraggio di dichiarare il dissesto finanziario, al contrario di chi amministrava Catania prima con l’intera giunta, ed è stato condannato, ha portato avanti molte iniziative tra pubblico e privato, la differenziata, una giunta che con impegno e onestà è stata presente.
Ovviamente ciò non esclude che non ci siano state debolezze ed errori non ne siano stati fatti.
Vorrei fare una metafora sul mio pensiero, sulla Gioconda di Leonardo:oggi possiamo dire che è un’opera del maestro Leonardo perché è stata ultimata nella sua interezza, nei colori e nell’espressione del viso, nello sguardo e nel volto dove chiaramente vi è il pensiero profondo che il maestro voleva comunicare.
Ma se la stessa opera fosse stata solo uno schizzo o comunque non completa, o se la stessa opera fosse stata completata da un altro artista, sicuramente l’opera sarebbe stata ultimata, ma non rappresenterebbe più il pensiero o il progetto del maestro Leonardo.
A mio giudizio oggi chi cerca di interpretare la sindacatura Pogliese lo fa in malafede e in ipocrisia politica perché il suo pensiero, le sue fantasie, non sono nostre, sono sue.
Se lui avesse finito l’opera, un giudizio sarebbe stato giusto darlo nel bene o nel male.
È chiaro che tutto ciò dipende dall’esito giudiziario e dalla sua disponibilità alla ricandidatura, la mia è solo una riflessione di valutazione.
Rosario Patanè.
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