Una-Impresa-a statuto-speciale: un “patto generazionale” per il futuro della Sicilia

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“Una-Impresa-a statuto-speciale”. E’ il questo il titolo del convegno che ha riunito al SAL – Spazio Avanzamento Lavori di Gianluca Costanzo, presidente dei giovani imprenditori di Catania, rilevanti personalità dell’imprenditoria e della politica, tutte animate dalla volontà di proiettare l’attuale realtà siciliana verso un futuro dinamico di sviluppo concreto e potente all’insegna della valorizzazione dei giovani, del territorio e non solo, con il “Patto generazionale” a sancire proprio l’intento di un percorso di coesione attiva funzionale al progresso della terra sicula.

Le varie sezioni (moderate da Luca Ciliberti) che hanno contraddistinto l’evento hanno visto succedersi in principio con interessanti interventi: Antonello Biriaco , presidente di Confindustria Catania e Salvo Pogliese, sindaco di Catania, con entrambi che hanno fatto i saluti istituzionali, evidenziando la necessità di fare dell’intrapresa un perno fondante del tessuto sociale siciliano che poggi a sua volta su politiche adeguate alla crescita dei vari settori che la compongono.

Il padrone di casa, Gianluca Costanzo, introducendo i lavori, ha sottolineato poi l’importanza di superare limitazioni e condizioni restrittive all’evoluzione dell’imprenditoria sicula, con la zona industriale di Catania, ad esempio, che necessita modifiche infrastrutturali oramai improcrastinabili per consentire una crescita ad un territorio che dispone di potenzialità enormi, che solo politiche che assecondino il grande sforzo dei giovani imprenditori possono esaltare appieno.

Gero La Rocca, presidente dei Giovani imprenditori di della Sicilia, ha evidenziato come l’essere “speciali” sia la peculiarità fondamentale per chi voglia fare impresa in una situazione , spesso emergenziale, quale quella in cui versa la terra di Pirandello.

Significativi anche i segmenti successivi della fase dei lavori, come: “Quale Autonomia? Analisi Di Un’occasione Mancata”, con gli interventi di Gaetano Armao, vicepresidente della Regione Siciliana; Giacomo D’Amico associato di Diritto Costituzionale dell’Università di Messina;Antonello Piraneo, direttore responsabile del quotidiano “La Sicilia”; Riccardo Di Stefano ,vicepresidente nazionale dei Giovani Imprenditori; Massimo Sabatini, direttore Politiche regionali e Coesione territoriale, di Confindustria

“Prospettive E Idee Per La Creazione Di Valore” ha veduto il contributo di Sveva Arcovito, presidente dei Giovani Imprenditori di Messina; Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture; Giacomo Gargano, presidente Irfis ; Fabio Montesano, amministratore delegato FIDIMED; Lelio Cusimano, editorialista del Giornale di Sicilia.

Mentre “La Sicilia Che Vorrei” ha visto la partecipazione attiva di: Giuseppe Di Martino, vicepresidente regionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria della Sicilia; Antonio Perdichizzi, CEO Tree srl, Presidente Junior Achievement Italia; Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute; Massimiliano Vitrano, responsabile Area manager Sicilia direzione commerciale factoring, Gruppo Banca Sistema; Giacomo Pecorari, responsabile Area Sud – Divisione Imprese – Banca Progetto.

Da tutti i convenuti è emersa la volontà di definire l’inizio di un nuovo ciclo per porre nuove condizioni per potere ricominciare a trattenere in terra sicula le professionalità formatesi in Sicilia, non costringendo ad una diaspora insensata i tanti talenti e le tante menti sfornate dal territorio siciliano. Anzi La Sicilia, hanno ribadito i partecipanti ad i lavori, deve riuscire a richiamare nuovamente chi in passato è andato in altre realtà, diventando quindi polo d’attrazione sia di ritorno che di professionalità provenienti dall’esterno dei nostri confini. Bisogna inoltre, come concordemente affermato da più parti, favorire la circular economy, definire linee direttive chiare sulla green economy, stabilire,ad esempio, quando un rifiuto smetta tecnicamente di essere tale e quando e come è possibile convertirlo in materia prima-seconda.

Tutti presenti si sono fatti promotori del dare opportunità ai giovani con ciò che implica l’accelerare la ricaduta positiva degli investimenti sulla popolazione con la valorizzazione delle nuove forze che si stagliano all’orizzonte per mutare il detto siculo che recita : “cu nesci arrinesci”( chi va via , riesce) in “cu resta , arrinesci” ( chi rimane, riesce).

E per i giovani imprenditori diventa fondamentale valutare le qualità delle altre aziende non solo in virtù dei fatturati che producono o degli utili che generano ma delle opportunità lavorative date ai propri coetanei, oltreché ad i più grandi.

Il limite avvertito dagli imprenditori giovani siciliani, è emerso nel corso dei dibattiti, è spesso dato dal non venire considerati in questa molteplice funzione da essi svolta dalle amministrazioni, che quindi non sempre accordano loro la fiducia necessaria oppure non assicurano la certezza dei tempi e dei termini di pagamento, entrambe conseguenze di una burocrazia pletorica e spesso irrigidente delle forze propulsive della società.

Concetto riaffermato anche da Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana, che ha inoltre sostenuto come occorra tenere un filo diretto con il mondo imprenditoriale, cosa non avvenuta in passato come nel caso dei petrolchimici, impianti totalmente disancorati dal contesto territoriale ed insensati imprenditorialmente nel contesto siculo.

Lo stesso Musumeci ha stigmatizzato il vecchio metodo del ridursi a presentare un progetto, spesso non legato a reali funzioni di sviluppo territoriale, magari solo quindici giorni prima della scadenza per averne i fondi, con la programmazione quindi che in tal modo risultava imperniata più sulla quantità della spesa che sulla qualità e più sul breve o brevissimo periodo piuttosto che sul medio o sul lungo, dimenticando inoltre il ruolo centrale che la Sicilia, al centro del Mediterraneo , può avere con gli interlocutori africani.

Occorre, sempre secondo il presidente della regione, chiedersi quale regione vogliamo, capire cosa sia stata l’industrializzazione in Sicilia, quale modello di sviluppo si vuole predisporre ed agire a livello di infrastrutture immateriali (la Sicilia è attualmente la regione più cablata ma occorre sfruttare al meglio questa situazione) e materiale ( delle 25 dighe presenti, il cui flusso d’acque potrebbe essere sfruttato per produrre energia pulita ben 18 sono non collaudate ed a mezzo servizio, cosa a cui si sta ponendo rimedio). Sempre in ambito infrastrutturale rileva anche il fatto che in Sicilia vi siano strade o statali o provinciali ( quindi non regionali) e non essendovi più le province la situazione è estremamente difficoltosa in questo ambito.

Musumeci ha inoltre asserito come occorra che il sistema del credito favorisca il suo apporto alle imprese, ed abbandonare il prima possibile il modello del fossile passando proprio dalla raffinazione fossile a quella biologica.

La svolta green è fortemente caldeggiata anche da Giancarlo Cancellieri( uno dei quattro firmatari del suddetto “Patto Generazionale”, assieme allo stesso Musumeci, Gero La Rocca e Gianluca Costanzo), viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, che ha evidenziato come non si possa chiedere agli imprenditori siciliani, di essere eroi per potere svolgere al meglio il proprio lavoro, in una terra che , di eroi, ne ha avuti positivamente e drammaticamente tanti.

Puntare sulla Sicilia, per Cancellieri, vuol dire divenire la porta della famosa via della seta, movendo dal porto di Augusta, che ha tutte le caratteristiche (ad esempio l’ampio retroporto), per diventare il fulcro centrale delle rotte commerciali del Mediterraneo, così come Catania , lo potrebbe essere, dal punto di vista turistico. Per questo il vice ministro ha asserito come occorra smettere di lamentarsi ed al contrario, anche con Il “Patto generazionale”, creare una visione generale che favorisca coesione d’ intenti, puntando sull’esempio dei grandi siculi del passato, inorgogliendosi di un valore importante qual è la sicilianità.

E proprio per questo, ha aggiunto Cancellieri, non bisogna svendersi a progetti che ledano la dignità siciliana assicurando uno sviluppo non all’altezza delle prospettive e potenzialità di un territorio pregno di storia passata e meritorio di una grande storia futura, fondando inoltre l’analisi costi-benefici non solo sul PIL ma sulle aspettative del popolo che risiede nel territorio siciliano, tenendo conto delle implicazioni positive ulteriori che conseguono agli investimenti stessi.

Il viceministro ha affermato l’importanza delle infrastrutture , la cui carenza storica , in realtà, comporta un grave danno anche alle regioni del nord e che è un altro tema da affrontare sinergicamente e definitivamente con il concorso di tutte le forze politiche ed imprenditoriali a livello locale e nazionale per creare la crescita a cui la Sicilia ha diritto.

Gian Maria Tesei.

 

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