“Un’Amicizia”: il nuovo romanzo della talentuosa Silvia Avallone


Pubblicato il 29 Novembre 2020

di Gian Maria Tesei

La pluripremiata scrittrice e poetessa Silvia Avallone ci ha, da pochi giorni, regalato il suo ultimo sforzo letterario, “Un ‘amicizia”, che promette di essere una delle più interessanti novità del panorama del romanzo italiano.

La penna biellese, nota anche per la sua cooperazione con testate di rielevo nazionale quali, ”Il Corriere della Sera”, “La lettura”, ossia il supplemento abbinato all’edizione della domenica dello stesso quotidiano, ed anche “7”,il settimanale del venerdì della medesima testata, in cui si avvicenda brillantemente, nella rubrica “4 per 7”, con altri giovani talenti dell’arte scritta al femminile quali Teresa Ciabatti ( scrittrice di romanzi, racconti ed antologie nonché sceneggiatrice e finalista del Premio Strega nel 2017 con “La più amata”) , Rosella Postorino ( creatrice di romanzi, letteratura per l’infanzia, reportage, antologie e traduzioni, vincitrice di vari premi, tra cui Premio Campiello, il Premio Pozzale Luigi Russo, il Premio Rapallo, il Premio Vigevano Lucio Mastronardi, il Premio Letterario Chianti, il Premio Wondy e il Premio Jean-Monnet, tutti per “Le assaggiatrici”, del 2018) e Chiara Gamberale ( poliedrica artista della parola scritta e parlata in quanto scrittrice, autrice e presentatrice televisiva e conduttrice radiofonica, anche finalista al Premio Campiello con “La zona cieca”, nel 2008).

La Avallone ha atteso agli studi universitari di Filosofia, conseguendo la corona d’alloro all’ateneo di Bologna , dove ha preso la specializzazione in Filologia moderna realizzando la tesi sul celebre romanzo di Elsa Morante “La Storia” (testo edito nel 1974 ed ambientato in una Roma straziata dalla seconda guerra mondiale e che prova a risollevarsi nel primo periodo post-bellico),esordendo , giovanissima, con “Il libro dei vent’anni” nel 2007, raccolta di poesie con cui la scrittrice piemontese ha fatto conoscere alla platea letteraria il suo talento fatto di poetria fanciullesca e candida al tempo stessa, pregna di sensazioni ed effluvi classici ed insieme decadenti con significative musicalità, potenza narrativa ed uso di simbolismi.

Ma l’opera che la impone in modo assoluto all’attenzione della critica e del pubblico è il debutto da romanziera con “Acciaio”, del 2010( prodotto della creatività scritta che tratta degli avvenimenti e delle storie che scandiscono la vita di due ragazze adolescenti nel contesto operaio-metallurgico di Piombino) che le fa conseguire una gran copia di riconoscimenti quali Il Premio Campiello Opera Prima, il Premio Flaiano, il Premio Fregene, il Premio Città di Penne, regalandole , in aggiunta, un lusinghiero secondo posto al premio Strega (oltre , nel 2011, a ricevere il Prix des lecteurs de L’Express) e che è stato trasposto cinematograficamente nel film omonimo per la regia di Stefano Mordini con i Michele Riondino, Vittoria Puccini, Matilde Giannini e Anna Bellezza.

Il libro successivo, del 2013 è “Marina Bellezza”, un romanzo di formazione, in cui la liaison amoureuse di due giovani biellesi, Marina Bellezza e Andrea Caucino, vissuta tra la metà del 2012 e la primavera del 2013, si innesta sulla congiuntura economica negativa che attanaglia il contesto territoriale di quella zona piemontese, alla quale, nonostante tutto, i personaggi del romanzo si sentono comunque fortemente legati.

Il passo letterario successivo è “Da dove la vita è perfetta”( 2017), che narra la storia di Adele, Dora e Fabio, Manuel e Zeno , che tra speranze, rinunce e rifiuti dispiegano il significato profondo della loro vita di genitori e figli alla ricerca di un luogo diverso , un oltre che dia un senso del tutto diverso e più vero.

Su questo percorso letterario si inserisce “Un’amicizia”, edito da poco, che racconta di due ragazze, Beatrice ed Elisa, che cercano loro stesse, di capire chi vogliono divenire, al di là delle figlie che sono state, diventando l’una lo specchio dell’altra, evidenziando come nella relazione amicale femminile vi sia un’analisi ed una ricerca di un reale nuovo e differente.

Ad esemplificare il tutto, con una forte centralità narrativa, è il momento, antecedente alla conoscenza tra le due protagoniste che si trovano, entrambe quattordicenni, a cena con le rispettive famiglie, con Beatrice, che è accomodata ad un tavolo ricco e centralissimo, elegantissima , truccata e bellissima, secondo la potente volontà di sua madre che la vuole in tal modo già donna anche se ancora teenager, mentre Elisa, invece, siede ad un tavolo un po’ in disparte , con la famiglia un po’ sgangherata, avvolta nella sua timidezza e nel suo pudore.

Le due ragazze rappresentano gli opposti, anche fisicamente e come famiglie d’origine, però si scrutano ed attraverso lo sguardo colgono le verità nascoste in loro stesse, riconoscendo, l’una nell’altra , una stessa afflizione, medesimi mancanza e vuoto che costituiranno le basi per quel mutamento che le unirà per sempre oltre ogni rivalità od aspetto ed elemento esteriore.

 

 

 


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