Università, Codacons: “flash mob” in Atenei contro numero chiuso


Pubblicato il 05 Settembre 2012

Iniziativa dell’associazione di tutela dei consumatori di fronte al “caos accademico”, con il membro governativo Profumo (nella foto) che racconta un’Italia che non esiste, come tanti altri… Tanasi: il Ministro difende la casta dei professionisti

Nello “Stivale” una al giorno del governo e dei poteri che lo sostengono contro la cultura e la capacità di critica.

Ecco le ultime:Ieri, per protestare contro i test d’ingresso alle facoltà di medicina, davanti ai principali atenei italiani ci sono state manifestazioni di protesta degli studenti con l’esposizione di cartelli simili a quelli stradali di divieto d’accesso.

Ha preso posizione il Codacons:

“Francesco Tanasi, segretario nazionale dell’associazione di tutela dei consumatori, esprime solidarietà per la protesta degli studenti e ribadisce l’illegalità di questi test che impediscono a studenti meritevoli, magari diplomatisi con il massimo dei voti, di coronare il loro sogno solo perché in qualche minuto di test si sono fatti prendere dall’agitazione e non hanno risposto a domande che peraltro non servono in alcun modo a dimostrare l’attitudine dello studente a diventare un futuro medico o dentista.Il Codacons, che ha già inutilmente diffidato il ministero dell’Istruzione ad eliminare il numero chiuso, attacca ora il ministro Profumo accusandolo di voler difendere la casta dei professionisti.La previsione del numero chiuso, infatti, oltre a comportare ingiustificate limitazioni all’esercizio di una professione, ha l’effetto di determinare un’ illegittima restrizione della concorrenza tra i professionisti.Per questo l’associazione chiede l’intervento dell’Europa, considerato che i test di ammissione ledono il principio europeo del libero accesso alla professione e chiede al Governo di seguire le indicazioni dell’Antitrust.Nel 2009, infatti, l’Autorità Antitrust, nella persona di Antonio Catricalà, attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, così si era pronunciata sul numero chiuso dei dentisti (AS516): “là dove, come nel caso in esame, le modalità di determinazione del numero di posti universitari disponibili avvengono sulla base di considerazioni che …. si fondano su valutazioni attinenti al fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo per il Servizio Sanitario Nazionale- le modalità di determinazione di tali posti possono restringere ingiustificatamente l’accesso alla professione” E ancora, l’ “artificiosa predeterminazione del numero dei potenziali professionisti … determina, dal punto di vista economico, un ingiustificato irrigidimento dell’offerta di prestazioni odontoiatriche, con l’effetto di restringere artificiosamente il numero dei potenziali professionisti ed innalzare il prezzo delle relative prestazioni”.Per cui l’allora sottosegretario Catricalà concludeva che “dovrebbero essere abbandonati i processi di contrazione del numero di posti universitari disponibili e dovrebbe essere assicurato il massimo ampliamento possibile dei posti universitari disponibili”.Tanasi, quindi, si domanda perché Monti ha voluto all’interno del Governo l’allora presidente dell’Antitrust se poi non ha dato seguito ad una sola delle cose che l’allora Antitrust chiedeva: dai farmaci di fascia C nei supermercati ai preventivi obbligatori degli avvocati, dai saldi liberi all’eliminazione delle commissioni di massimo scoperto, dai tassisti all’eliminazione del numero chiuso dell’università”.


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