“C’è un malcostume fatto di favori, di scambi, di clientele, di bandi pilotati che caratterizza le assunzioni e i contratti nelle Università italiane. Dopo la riforma Gelmini l’arbitrio della copertura delle cattedre é incontrastato e legittimato. In questo modo diventa lecito ciò che non è e viceversa, e la lotta per i rettorati serve a definire i rapporti di forza tra le lobby baronali, le consorterie politiche, e a soddisfare gli intrecci con i potentati economici e industriali (si pensi a8 quelli del campo sanitario, farmaceutico, informatico, della ricerca elettronica). Che dire poi degli appalti per le opere pubbliche? La cittadella universitaria di Catania, per come è stata realizzata, costituisce un esempio emblematico negativo.
L’università è un luogo strategico del sistema di potere che accomuna centrodestra e centrosinistra, dove si misura il tasso di trasformismo e la sua fungibilita’ politica. A Catania ciò è stato evidente sia nelle relazioni costruite con i vari Bianco, Lombardo, Musumeci, e con gli esponenti locali di Forza Italia.
in tale contesto si colloca l’indagine giudiziaria condotta da Zuccaro, che ha il merito di portare alla luce comportamenti e pratiche inaccettabili, e il demerito di non fare emergere con chiarezza quali siano e da addebitare a chi le responsabilita’ penali degli indagati. Con il rischio che alla fine nessuno paghi e che tutti ne escano più forti che pria.
Con una unica grande sconfitta: l’università etnea. Perché nella feroce lotta politica in corso, segnata dalla arrogante pretesa di ridisegnare il paese con le autonomie differenziate, la regionalizzazione della scuola, le gabbie salalariali e la competizione barbara tra i territori, cosa che accomuna centrodestra e centrosinistra, corriamo il rischio di vedere penalizzate, più di quanto non stia avvenendo, le Università del Sud, a vantaggio di quelle del Nord. Accelerando un processo di desertificazione delle intelligenze e delle risorse più vive e giovani della nostra terra.
E allora tocca alla battaglia politica combattere e opporsi al malcostume e ai traffici baronali.
Opporsi alle gestioni privatistiche dei rettori di centrodestra e di centrosinistra, denunciare gli opportunismi, affermare il diritto allo studio, ai saperi, al controllo, alla partecipazione.
Scandalizzarsi piuttosto del fatto che il nuovo corso del giornale La Sicilia, alla vigilia della sua stampa con formato grafico riidisegnato, sia stato benedetto, nella sua sede, dalla stretta di mano del Sindaco Pogliese con l’inquisito Mario Ciancio, subito dopo l’intervista concessa al primo cittadino etneo.”
Mimmo Cosentino, segretario regionale Rifondazione.
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