La faccenda dei giudici del Tribunale di Milano che con decreto hanno ordinato al Comune di rettificare l’atto di nascita di una bambina nata negli Usa attraverso l’utero in affitto o gestazione per conto altrui o maternità surrogata che dir si voglia, riconoscendo come genitori non solo l’uomo che c’ha messo il seme, quindi il padre biologico, ma pure l’altro, il suo partner, che nulla ha fatto in proposito, è l’ennesima conferma di come appunto i giudici facciano il c…zo che vogliono.
Del resto, quando l’utero in affitto o la gestazione per conto altrui o la maternità surrogata diventa, è il pensiero dominante a sancirlo, “atto d’amore” – a qualunque costo e a qualunque prezzo – la decisione dei giudici assume il connotato della ragione di Stato.
Tutt’un programma è, infatti, la motivazione: “Per interesse superiore del minore di garantirgli due genitori”, scrivono sempre i giudici. E mica una mamma e un papà come natura vorrebbe, ma Lui & Lui, genitore 1 & genitore 2. Che poi tutto questo sia avvenuto proprio al Tribunale di Milano è storia che si ripete e “l’interesse superiore” va da sé.
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