Veleni di Farmacia: non ammessi come parti civili numerosi familiari di vittime o ammalati

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Il tribunale li esclude in base all’arco temporale preso in esame dall’indagine della Procura. L’Ateneo, invece, parte civile e responsabile civile!

di Iena Giudiziaria, Marco Benanti

“Colpo di scena” (o “colpo alla giustizia”?) stamane al processo per i veleni della facoltà di farmacia (reati contestati a vario titolo disastro ambientale, falso e gestione di discarica abusiva in un alveo temporale che dal 2004 al 2007), davanti ai giudici della terza sezione penale del Tribunale (Presidente Barbarino, a latere Cannella e Sgrò): un folto numero di familiari di giovani ricercatori e studenti deceduti o ammalatisi non è stato ammesso come parte civile al processo, in quanto la loro patologia sarebbe avvenuta in un periodo diverso dall’arco temporale (2004-2007) preso in esame dall’inchiesta della Procura della Repubblica. Non ammesse anche le associazioni “Codici Ambiente” e”Codici onlus”.Ammessa, invece, l’Università di Catania (nella foto il Palazzo del Rettorato) nella duplice veste di parte civile e responsabile civile: insomma di offesa dal reato e di eventuale risarcente i possibili danni. Un caso da giurisprudenza: a proposito -vista questa condizione- sarà unico il difensore dell’Ateneo catanese? Ammessi anche 15 familiari di ricercatori morti o deceduti, rientranti nell’arco temporale dell’indagine.Comunque, saranno nel processo come parte civile anche le associazioni Cittadinanzattiva, Codacons e la Cgil.

Otto gli imputati rinviati a giudizio, dopo l’inchiesta diretta dal procuratore aggiunto Michelangelo Patanè e dal sostituto Lucio Setola: l’ex direttore amministrativo dell’Università Antonino Domina, Lucio Mannino, dirigente dell’ufficio tecnico, il direttore del dipartimento di scienze farmaceutiche Vittorio Franco (all’epoca dei fatti a capo della commissione permanente per la sicurezza), Marcello Bellia, Francesco Paolo Bonina, Fulvio La Pergola, Giovanni Puglisi, Giuseppe Ronsisvalle. Il Tribunale, oggi, ha respinto anche alcune eccezioni delle Difese, riguardanti, nello specifico, la presunta indeterminatezza di alcuni capi d’imputazione. Rigettata anche la richiesta di giudizio abbreviato avanzata dalla Difesa dell’imputato La Pergola.Si attendono ancora gli sviluppi per l’altro “troncone” d’indagine, quello riguardante l’ipotesi di reato di omicidio colposo e di lesioni colpose. I morti per i veleni del laboratorio chiedono giustizia. Anche fuori dall’aula di questa giustizia, che fra esclusioni e rischio di prescrizione potrebbe, in ogni caso, rappresentare poco o nulla di fronte alla gravità di quanto accaduto in quel laboratorio.

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Redazione Iene Siciliane

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