Vertenza Pfizer Catania. Timidi passi in avanti in Confindustria, ma sindacati insoddisfatti: “Senza revoca dei licenziamenti, l’azienda può e deve fare di più. Dove è la politica?”


Pubblicato il 19 Aprile 2022

Nuovo incontro in Confindustria Catania, stamattina, per la vertenza Pfizer tra le sigle sindacali ed i vertici dello stabilimento etneo. Una riunione che ha fatto determinare un timido passo in avanti nella trattativa tra le parti che, però, hanno deciso di continuare il confronto ad oltranza anche domani, mercoledì e, possibilmente, fino a quando non si troverà un accordo definitivo.
“Dopo questi giorni di riflessione, in alternativa alla revoca dell’intera procedura che chiediamo ancora oggi, pensavamo di poter trovare proposte più incisive da parte della Pfizer per dissolvere i 130 licenziamenti in atto svecchiando l’organico – dicono i segretari provinciali Jerry Magno di Filctem Cgil, Giuseppe Coco di Femca Cisl, Alfio Avellino di Uiltec e Carmelo Giuffrida di Ugl Chimici, anche a nome delle Rsu. Siamo riusciti sicuramente ad ottenere un discreto incentivo per chi, volontariamente, accetterebbe di andare via, ma con l’opzione “Ascoli Piceno” ormai chiusa (con poche unità di personale che si sono già trasferite) rimane ancora alto il numero di dipendenti in bilico.
L’azienda può e deve fare di più se non vuole macchiarsi della grave colpa di licenziare un numero comunque importante di lavoratori. Nel contempo, al netto dell’impegno dell’assessore regionale del Lavoro Antonio Scavone che ringraziamo per la vicinanza, oltre che di qualche parlamentare nazionale e regionale, continuiamo a registrare il vuoto della politica di Governo attorno ad una vicenda così rilevante in ambito nazionale. In questi ultimi due anni – concludono i sindacalisti – si è sostenuto a gran voce la necessità di garantire cure e vaccini anti Covid-19, sostenendo l’azione di queste multinazionali del farmaco per la salvezza della popolazione, mentre adesso si sta voltando le spalle a donne e uomini che chiedono di non essere lasciati soli e principalmente meritano un gesto di forte responsabilità da parte della loro multinazionale.”
 

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