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Villari, ANGELO, porta la sua storia (sic!) dal «buddace ducetto» che insultava e spernacchiava la Cgil
Pubblicato il 06 Settembre 2022
di iena marco pitrella
Cosa non si farebbe per una sedia, una poltrona, che so «poltronesofà, artigiani di qualità», o uno sgabello, un divano, magari dell’«Ikea», e così, di notte e notte, Villari, ANGELO, segretario provinciale «da remoto» del partito democratico, ce lo ritroviamo, dalla Cgil al Pd, candidato nelle liste di Catenello da Messina.
Buon sangue non mente, e a Catenello da Messina ci sta preciso l’epiteto di «buddace», la nota nciuria di quelli che … messinesi sono bravi a vantarsi, sono pronti a parlare, parlare, parlare; ma a dispetto delle chiacchiere i fatti stanno a zero.
Ora, siccome certe cose non vanno dimenticate, va ricordato a Villari, ANGELO, uno che si fa vanto d’esser stato segretario provinciale della Cgil di Catania per tanti anni, pure troppi; uno che si fa vanto d’avere una storia politica di lungo corso, roba buona per un paio di pagine d’un diario Smemoranda, uno che si fa vanto d’aver portato quella storia, la sua storia (sic!), alla corte di Catenello da Messina, cosa ebbe a dire De Luca, fino a qualche mese fa sindaco di Messina, del sindacato, e della Cgil in particolare.
Correva l’anno, quest’anno 2022, era il mese di gennaio, giorno 14; dal «Gabinetto di guerra», così Catenello aveva chiamato una stanza nella sede della protezione civile, replicava ad un comunicato della Cgil, a firma di Piero Patti, segretario SLC, che esprimeva perplessità nella gestione della riapertura delle scuole, in piena pandemia: «Nel mondo della scuola non servono teatrini ma certezze», il titolo della nota … mai l’avesse fatto il compagno Patti.
«Sua Altezza», Catenello, s’alzava in piedi, s’abbassava la mascherina e diceva: «Io vi faccio la mia comunicazione ufficiale»; attimo di silenzio, e dalla bocca del primo cittadino partiva una pernacchia all’indirizzo della Cgil: «Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!!!» (video in fondo all’articolo).
Di che stupirsi? quando uno è al «Gabinetto di guerra» è al «Gabinetto di guerra»; verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
Era intervenuto, non a caso, Alfio Mannino, segretario regionale della Cgil, definendo «vergognoso e inaccettabile» quanto fatto da Catenello: «chi ricopre una carica istituzionale dovrebbe preservare il decoro di quella carica, lui invece lo oltraggia continuamente».
Sarebbe questo «il sindaco di Sicilia»? Catenello da Messina è semmai un «ducetto», un «buddace ducetto».
E Villari, ANGELO, poveretto, si fa vanto d’aver portato quella storia, la sua (sic!) alla corte di Catenello.
Se non bastasse, correva l’anno 2020, va ricordato l’insulto del «buddace ducetto» contro la Cgil.
Al di là del merito della vicenda, si trattava di una faccenda che con i dirigenti del comune di Messina aveva a che vedere, e Catenello, ospite di Massimo Giletti, altro capopopolo, rivolgendosi a Francesco Fucile, dirigente della Funzione Pubblica della Cgil, in un passaggio della discussione, senza esitazione alcuna, accusava il sindacato di istigazione a delinquere: «Noi controlliamo è questo quello che dà fastidio agli istigatori a delinquere delle organizzazioni sindacali – ecco –, dove in tacito accordo si sono spartiti questo denaro in violazione di legge, senza piano economico, senza bilancio approvato».
Quindi, per il «buddace ducetto» il sindacato, ripetiamo, istiga a delinquere.
Se non bastasse, andando a ritroso, correva l’anno 2018, era il mese di ottobre, e Catenello ne aveva per la Cgil e ne aveva per la Uil: la loro colpa, la loro grandissima colpa? a torto o a ragione, non aver sottoscritto la manovra «Salva Messina».
Che attacco fu quello di Catenello: «Siete sfascisti, volete il male di Messina, difendete il malaffare e rappresentate il marciume sociale».
Dunque, è reiterato l’insulto verso il sindacato.
Meno male che un paio di giorni fa, Villari, ANGELO, dal suo profilo facebook aveva agitato lo spauracchio del pericolo fascista: «Meloni giù le mani dai sindacati».
La Giorgia di Fratelli d’Italia, infatti, l’aveva sparata la c … ata: «I docenti non dovrebbero più iscriversi alla Cgil»; e Villari, ANGELO, di rimando scriveva: «è evidente che abbia in mente il sindacato unico d’epoca fascista».
Ma non sembra che il «buddace ducetto» sia da meno, anzi …
E Villari, ANGELO, intanto si fa vanto d’aver portato quella storia, la sua (sic!) alla corte di Catenello da Messina, il «buddace ducetto»: se solo avesse avuto il pudore della vergogna, di notte e notte, non sarebbe andato a finire lì.
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