In occasione delle celebrazioni per l’80mo anniversario della Liberazione, l’Archivio di Stato di Catania, in collaborazione con l’ANPI- Comitato Provinciale Catania, ha organizzato una mostra fotografica-documentaria sui momenti salienti che dal 1943 hanno portato alla liberazione dell’Italia. Il percorso espositivo ripercorre le vicende drammatiche dell’invasione americana in Sicilia (luglio 1943), con i bombardamenti ei danneggiamenti su Catania […]
Violenza privata contro giornalista: condannato l’ad del Catania calcio Pietro Lo Monaco
Pubblicato il 18 Ottobre 2011
Condannato l’amministratore delegato del Calcio Catania Pietro Lo Monaco. Il giudice monocratico Antonino Fallone della seconda sezione del Tribunale di Catania lo ha riconosciuto colpevole di violenza privata in continuazione per più episodi di reato, condannandolo alla pena di otto mesi.Il caso riguarda una serie di episodi, avvenuti fra il 2007 e il 2008, di presunta violenza privata nei confronti del giornalista Alessio D’ Urso della Gazzetta dello Sport.Si tratterebbe di casi in cui al cronista che seguiva il Catania per la “Gazzetta dello Sport” sarebbe stato impedito l’ingresso in tribuna stampa, in sala stampa e alla mix zone. Tutto, secondo il collega, per alcuni articoli “sgraditi” alla società rossazzurra. C’è da dire che la Pubblica Accusa aveva chiesto l’assoluzione di Pietro Lo Monaco.Il giudice Fallone ha riconosciuto, altresì, a D’Urso una provvisionale di ottomila euro: riconosciuti anche 4500 euro di spese legali. Inoltre, è stata ordinata la pubblicazione, a spese dell’imputato, della sentenza sul “La Gazzetta dello Sport” e su “La Sicilia”. Il danno civile sarà da liquidarsi in separata sede. Alessio D’Urso è stato assistito dagli avvocati Sergio Raciti e Katia Malavenda. Lo Monaco, invece, è stato difeso dall’avv. Piero Amara, ed è stato processato con rito ordinario, mentre il presidente del Calcio Catania, Antonino Pulvirenti, e l’addetto alla sicurezza, Arturo Magni, sono stati già assolti col rito abbreviato perché il “fatto non sussiste” nel luglio dell’anno scorso. La Procura ha impugnato l’assoluzione.
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