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Vizzini accusato, ma Alfano e il “partito degli onesti” lo difendono
Pubblicato il 08 Luglio 2011
Il passato e la Storia per la politica non sono soltanto “maestra di vita” o simili: sono anche portatori di…rogne. E non di poco conto. Come per l’on. Carlo Vizzini, indimenticato ministro di tanti governi pentapartito, passato anche lui per la “bufera” Tangentopoli, con una prescrizione in appello per la vicenda Enimont. Cose del passato, appunto. Ora arrivano nuove grane: accusato dalla procura di Palermo di concorso in corruzione aggravata in relazione a sospette tangenti che sarebbero provenienti da Vito Ciancimino. Questa l’Accusa. Lui, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato ha deciso di sospendersi dalla sua carica e dal gruppo del Pdl.
In una lettera inviata al presidente Schifani, al presidente Berlusconi, al segretario Alfano, al capogruppo Gasparri rivendica la sua estraneità ai fatti.
“Mi sono sempre comportato con correttezza e lealtà nel rispetto delle istituzioni della Repubblica – scrive Vizzini -. Proprio per questo decido, con animo sereno, di astenermi dall’esercizio delle funzioni inerenti agli incarichi che ricopro in parlamento e di sospendermi dal gruppo parlamentare e dal partito per attendere la conclusione dell’indagine preliminare. Ribadisco di non essermi mai occupato di appalti e di affari della società gas e di non avere mai conosciuto, come lui stesso ha dichiarato, nè Massimo nè Vito Ciancimino che in realtà, a detta del figlio, mi considerava ostile in quanto ‘sbirrò'”. E ancora:
“mi trovo oggi di fronte ad un attacco mediatico di un quotidiano che mi indica come percettore di somme illecite da me mai ricevute, nell’ambito di un’indagine che mi riguarda e per la quale, da due anni a questa parte, ho fornito tutta la mia collaborazione alla procura della repubblica di Palermo”
Questo uno stralcio della lettera: tutto regolare, tutto a posto. Per Vizzini.
Dal nuovo “partito degli onesti” –la Pdl alfaniana- sono arrivati subito attestati di stima. Tutti garantisti. Angelino “primo della classe” ha respinto la sua autosospensione dal partito. Insomma, una “cornice” –qualcuno direbbe- un film già visto. Alla prossima puntata?
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