In una lettera inviata al presidente Schifani, al presidente Berlusconi, al segretario Alfano, al capogruppo Gasparri rivendica la sua estraneità ai fatti.
“Mi sono sempre comportato con correttezza e lealtà nel rispetto delle istituzioni della Repubblica – scrive Vizzini -. Proprio per questo decido, con animo sereno, di astenermi dall’esercizio delle funzioni inerenti agli incarichi che ricopro in parlamento e di sospendermi dal gruppo parlamentare e dal partito per attendere la conclusione dell’indagine preliminare. Ribadisco di non essermi mai occupato di appalti e di affari della società gas e di non avere mai conosciuto, come lui stesso ha dichiarato, nè Massimo nè Vito Ciancimino che in realtà, a detta del figlio, mi considerava ostile in quanto ‘sbirrò'”. E ancora:
“mi trovo oggi di fronte ad un attacco mediatico di un quotidiano che mi indica come percettore di somme illecite da me mai ricevute, nell’ambito di un’indagine che mi riguarda e per la quale, da due anni a questa parte, ho fornito tutta la mia collaborazione alla procura della repubblica di Palermo”
Questo uno stralcio della lettera: tutto regolare, tutto a posto. Per Vizzini.
Dal nuovo “partito degli onesti” –la Pdl alfaniana- sono arrivati subito attestati di stima. Tutti garantisti. Angelino “primo della classe” ha respinto la sua autosospensione dal partito. Insomma, una “cornice” –qualcuno direbbe- un film già visto. Alla prossima puntata?
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