di iena politica
Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, a margine dell’udienza per reato elettorale, esprime soddisfazione e, riferendosi alle dichiarazioni appena rese dal pentito Gaetano D’Aquino, sottolinea:”Il castello di carte è crollato alla nostra domanda di indicare uno solo, dico uno solo, degli affari che si sarebbero conclusi a seguito del mio intervento. Niente di niente, questo pentito non è stato in grado di indicare un solo episodio che mi ha visto protagonista. Anzi, l’unica cosa concreta a cui ha fatto riferimento il collaboratore di Giustizia è quella relativa alla gestione del bingo di piazza Alcalà: bene è giunta l’ora che si vada a vedere chi c’è dietro a tale attività!”
D’Aquino ha anche detto in Aula che il neo sindaco del Pdl, fino a ieri nella giunta provinciale di Giuseppe Castiglione, avrebbe sborsato ben 120mila euro al clan Sciuto-Tigna per garantirsi voti per le elezioni regionali del 2008 nelle quali era candidato risultanto primo dei non eletti con 8.835 preferenze. Sulla vicenda è il giornalista Antonio Condorelli a imbeccare il governatore con una domanda tra il serio e l’ironico:”Presidente il Pdl pagava bene, pare, e lei no…”, domanda alla quale il presidente riesce a rispondere solo dopo una risata:”nè soldi, né favori né affari, niente di niente. Si consolida l’idea di questa mafia benefattrice dei poveri e dei diseredati…”
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