di Giuseppe CondorelliSe non fosse per l’attenzione riscossa durante l’ultima campagna elettorale in Sicilia, non sarebbe stata forse una notizia. Ma che scenda in campo su Facebook il candidato presidente in persona (per scrivere quel che leggerete, clicca qui per accedere al gruppo), questa sì che è una notizia.Ma partiamo dall’inizio, ossia dallo scorso 20 novembre, quando il candidato alla presidenza della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha voluto incontrare nei suoi uffici di Catania, il fondatore e coordinatore di quello che non abbiamo avuto remore a definire il più eccezionale esperimento web di questa tornata regionale. Un gruppo Facebook che in soli 20 giorni ha messo insieme qualcosa come trentamila cittadini, da tutta la Sicilia e oltre, tutti a sostegno del candidato del centrodestra in Sicilia.Da notizie trapelate qui nel paternese, città nella quale vive ed è impegnato Andrea Di Bella, abbiamo appreso che quest’ultimo ha incontrato Musumeci intorno alle ore 12:00, negli uffici di via Caronda a Catania. L’on. Musumeci avrebbe dapprima fatto preamboli, poi sarebbe andato al sodo: “Il gruppo su Facebook ha esaurito la sua funzione. Come tutti i comitati elettorali, anche questo va chiuso”, avrebbe detto Musumeci ad un Di Bella impietrito. “Fate qualsiasi cosa, non mi riguarda. Da questo momento in poi è giusto che il mio nome non appaia più su quel gruppo. Fate un nuovo gruppo se ritenete, portate la gente da un’altra parte. L’impegno da candidato presidente è terminato, il gruppo non ha più motivo di essere mantenuto”.Andrea Di Bella avrebbe dapprima taciuto, poi si sarebbe consumato un diverbio nell’ufficio privato dell’ex candidato governatore, seppur calmo nei toni e durato circa trenta minuti, alla fine del quale Di Bella avrebbe detto che “Non capisco come tu non riesca ad intendere il gruppo un’enorme risorsa nemmeno per l’attività da parlamentare regionale, o come finestra con i cittadini del gruppo all’Ars. Quello che mi dici è incredibile. Valuterò”. Infine, si sarebbe congedato da Musumeci comunque con cortesia.Terminato l’incontro, Musumeci ha immediatamente pubblicato un comunicato, sul gruppo Facebook in questione, dove tra le altre cose si legge: “(…) Vi ringrazio immensamente, ma ora che si è conclusa la corsa per la Presidenza, credo onestamente che questo gruppo non abbia più ragione di essere mantenuto. Mi sembrava giusto e doveroso nei Vostri confronti informarVi della mia sofferta ma inevitabile decisione e manifestarVi ancora una volta tutta la mia gratitudine“. Una presa di posizione che da diversi partecipanti al gruppo (da quello che si dice a Paternò in primis dallo stesso Di Bella) sarebbe stata percepita come a dire: in campagna elettorale mi siete serviti, adesso non più.Nel primo pomeriggio sul gruppo Facebook arriva la replica di Di Bella, accorata e diretta: “Voglio bene a Nello Musumeci. Oggi però, mi trovo costretto dagli eventi a rivedere alcune mie e nostre posizioni. La proposta di estinguere, chiudere, eliminare una realtà così importante non può in nessun modo trovarmi concorde. D’altronde, l’esperimento ha visto la luce grazie a donne e uomini liberi, di destra e di sinistra, che non hanno mai inteso questa iniziativa come un indecente tentativo di posizionamento politico. Al contrario, oggi, per la seconda volta ho lasciato gli uffici di Musumeci con l’amaro in bocca”. E continua: “Musumeci non ha mai creduto al potenziale straordinario messo in campo da questo gruppo. L’ho creduto e lo continuo a credere. Se oggi chiudessimo e decidessimo di non migrare affatto ad altre realtà, dubito che qualcuno possa dispiacersene. Oggi dico a Nello Musumeci che sarebbe dovuto scendere lui al fianco dei suoi sostenitori, qui sul gruppo. Avrebbe lui stesso dovuto affiancare tutti noi, e proseguire anzi in modo convinto e deciso non solo durante la campagna elettorale, quando ha pesato come un macigno la sua assenza. Ma soprattutto dopo, adesso. Il patrimonio acquisito, umano, di sensibilità, di occhi, di nomi e cognomi da tutta Italia, lo ritengo inestimabile e fuori mercato, tanto più oggi che avrei potuto rispondere sugli attenti. E non l’ho fatto. In ogni caso, oggi credo sia stata scritta la riga di una pagina triste e buia della politica siciliana”.Stando a quanto si apprende, inoltre, Musumeci avrebbe anche contattato telefonicamente uno o più amministratori del gruppo chiedendo che venisse monitorata la situazione, verosimilmente visti gli esiti del precedente incontro, conclusosi non esattamente per il meglio.Si direbbe un grave autogol, per l’ex candidato alla presidenza della Regione. Un gruppo Facebook con circa 30mila cittadini non andrebbe disperso per nessun motivo. Mai. Noi che il web lo viviamo per ragioni professionali lo sappiamo bene. E nonostante gli appelli di altri esponenti politici vicini a Musumeci pubblicati direttamente sul gruppo anche nella giornata di ieri, l’intenzione pare invece essere quella di limitare la potenza di fuoco mediatica di un gruppo di giovani e brillanti attivisti politici, che pure hanno fatto comodo durante la campagna elettorale, conclusasi come sappiamo lo scorso 28 di Ottobre. Ma perché?Seppur Musumeci abbia parzialmente ragione nel non voler condividere battaglie internaute che non ha mai deciso di intestarsi (e lo si è visto durante tutta la campagna elettorale), hanno soprattutto ragione i sostenitori nel vedersi abbandonati al proprio destino adesso che l’obiettivo dell’elezione del candidato Musumeci non è stata centrata. Ed in ogni caso non sarebbe giusto. Un gruppo così folto di amici, dal trasversale orientamento politico, accomunati tutti dall’idea di rivalsa e libertà nata tutta intorno ad un personaggio come Musumeci, come fa ad essere vista come un ostacolo, quindi come un problema da risolvere eliminandolo semplicemente?Lo stesso Beppe Grillo o Matteo Renzi, che della Politica 2.0 fanno scuola, hanno dimostrato l’enorme efficacia e continuano a dare prova della potenza comunicativa straordinaria che offre il web, ed in particolare i social network. In campagna elettorale certo, ma soprattutto poi. Una volta eletti. Lo stesso Rosario Crocetta, oggi governatore dell’isola, ha inteso il web come un’enorme risorsa al servizio della sua campagna elettorale, pubblicando quasi continuamente post sul suo gruppo e commentando le agenzie e le immagini scattate in giro per la Sicilia insieme ai suoi sostenitori, avvisandoli in taluni casi perfino del suo arrivo nelle varie città siciliane direttamente su Facebook, per poi vederseli spuntare in piazza durante i comizi, sotto al palco. Un meccanismo di comunicazione straordinario altamente sottovalutato da Musumeci durante tutta la durata della campagna elettorale.Musumeci non ha ottenuto, come detto, di essere eletto presidente del governo siciliano, ma entra comunque da parlamentare all’Ars. E’ possibile che un patrimonio umano immenso come quello messo in piedi da comuni cittadini, liberi e con una forza propositiva immensa, non riesca ad essere interessante al mancato governatore nemmeno un po’? Si vedrà. Sta di fatto che la querelle è scoppiata, e sul gruppo sono nate adesso tifoserie contrapposte. In nome e in funzione di cosa? Una realtà straordinaria trasformata in uno stadio dalla politica dei dinosauri. Speriamo solo che i giovani di cui Musumeci è circondato se ne rendano conto. Almeno loro”.
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