Errori e orrori di comunicazione
di Iena Social
Lanfranco Zappalà si affida ad un lungo post per “chiarire” la vicenda che lo ha visto protagonista. Ma commette una serie di errori di comunicazione. Primo errore: ha dato ulteriore enfasi alla notizia. Secondo errore: si giustifica e giudica. Terzo errore: punta il dito su chi ha fatto circolare il video che lo ritrae mentre abbandona tre sacchi di rifiuti in una discarica abusiva. Precisazione: anche le foglie sono un rifiuto e non vi è alcuna giustificazione plausibile per abbandonarli dove capita prima. Peraltro con le foglie avrebbe potuto fare del compost, ma questa è un’altra storia. Si lagna poiché sarebbe stata violata la sua privacy. E quindi? Ammesso che si trovi il responsabile, cosa assai improbabile, che tipo di punizione gli si dovrebbe infliggere? Vorrebbe stabilirla lui? Lo farà il suo avvocato?
Il post contiene oltre 700 parole. Quasi 5 mila battute in “legalese”. Decisamente troppe. Ne bastavano 14: “Chiedo scusa. Ho sbagliato! E non ci sono giustificazioni per quello che ho fatto”. E lo avrebbe dovuto fare a tamburo battente. Le giustificazioni iniziali e il post di oggi sono un disastro comunicativo.
“Accusa” il sindaco Enrico Trantino di aver, attraverso Facebook, “aizzato” i catanesi contro di lui. La colpa di Trantino: non avere specificato che i fatti erano accaduti in territorio di Belpasso. La verità è che pure il primo cittadino è entrato a gamba tesa(giudicando e accusando) alimentando la proliferazione di commenti e ingiurie. In un rappresentante istituzionale dovrebbe prevalere l’equilibrio, il silenzio e invece è prevalsa la voglia di mettersi in mostra sui social, cosa per lui ormai abituale. Come dice Raffaele Lombardo è un influencer.
Quello che emerge dai suoi post, alcuni dei quali anche articolati e scritti ottimamente, è che dedica tempo, molto tempo. Viene da chiedersi: ma dove lo trova spazio da dedicare ai social? In teoria, ma anche in pratica, dovrebbe essere oberato dagli impegni. L’ultima perla comunicativa di Trantino riguarda un suo intervento al consiglio comunale dedicato al tema della sicurezza in città dopo lo stupro di gruppo avvenuto recentemente a Villa Bellini: “I ragazzetti che fischiavano o, alla catanese, ‘nsuttavunu i fimmini’ (insultavano le ragazze) ci sono sempre stati”. Uscita comunicativa pessima. Anche in questo caso: da un primo cittadino i catanesi si sarebbero aspettati un approccio diverso ad un problema assai grave e che lui conosce da tempo essendo stato autorevole assessore nella passata giunta.
I gesti, Zappalà e Trantino, valgono più delle parole. Il primo avrebbe potuto scusarsi sin da subito e avrebbe potuto dare la propria disponibilità al sindaco di Belpasso per ripulire l’area in questione con il supporto della ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti, il secondo nell’immediatezza dei fatti accaduti al giardino Bellini avrebbe dovuto approfittare della festa di S. Agata per dare un segnale forte alla città. Ad esempio annullando il ricevimento a Palazzo degli Elefanti, oppure il mega concerto a piazza Duomo, o ancora i fuochi d’artificio. E invece nulla. Un suggerimento al primo cittadino: meno commenti sui social, meno enfasi agli ordinari interventi amministrativi e si prepari o si faccia preparare adeguatamente i suoi interventi.
Sarebbe poi di grande utilità che facesse il sindaco a tempo pieno. Infine: è bene ricordare ad entrambi che il silenzio in tantissimi casi è la migliore comunicazione. Ed è un modo per marcare la differenza dai creator digitali e dagli influencer della porta accanto. Di queste figure ce ne sono già abbastanza!
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